F.1 GP MONTECARLO Dimmi come baci il guard rail e ti dirò quanto sei forte…

TESTO E FOTO DI GIUSEPPE MAGNI

 

43.7342700 gradi di latitudine nord, 7.4222504 gradi di longitudine est. Queste sono le coordinate di un punto preciso sulle carte geografiche. Un punto che sembra preso a caso, che non attira l’attenzione di alcuno e dove accade davvero nulla di interessante per la maggior parte dell’anno.

Poi, ad un certo momento, in un certo periodo, avviene una trasformazione: degli abili operai installano in quel punto una barriera, sì, niente di speciale, si tratta solo di un tratto di comunissimo guard rail in metallo chiaro, come ne troviamo chilometri e chilometri sulle nostre normalissime strade. Poi comincia ad arrivare gente, prima a piedi e poi su degli strani mezzi a quattro ruote, coloratissimi e velocissimi.

Alonso e il suo bacio al rail

Vanno avanti per un mese, dalla fine di aprile fino alla fine di maggio, a passare di lì, sempre più veloci, sempre più vicini. A tal punto che la velocità e la vicinanza alla barriera diventano una vera e propria sfida, a chi passa più veloce, a chi passa più vicino. C’è chi la sfiora, chi l’accarezza, chi ci passa per un tratto il cerchio della ruota. Non siamo tutti uguali, ognuno ha i suoi gusti, il suo estro, le sue tendenze…

Hamilton si appoggia leggero

Intendiamoci: queste immagini non hanno lo scopo di misurare chi sia il più bravo a passare il più vicino e il più veloce possibile in quel punto preciso sulla carta geografica.
Ma, se vorreste scorrerle, vi invito a scoprite l’abilità di queste persone a bordo di questi strani mezzi, che sfiorano la barriera, con una delicatezza ed una naturalezza privilegio davvero di pochissimi.

Perez aggressivo con entrambe le ruote sul rail

Se vedete, c’è chi passa vicinissimo, davvero sfiorando quella barriera che, a questo punto, non è più tanto un comune pezzo di guard rail, ma diventa metro della sfida, teatro della gesta dei migliori, nel gioco dello struscio.

Sainz a pelo di rail

C’è chi si mantiene cautamente distante e chi si avvicina in maniera quasi aderente, come se volesse prendere lascivo contatto, come se volesse quasi farci l’amore, con quella barriera.
Ripeto, non è una classifica. Dipende troppo dalla angolazione e dal momento in cui è stata presa l’immagine. Però credo sia bello ammirare questi ragazzi impegnati in questo teatro storico, raccogliere la stessa sfida che hanno affrontato i loro leggendari antenati, con mezzi nettamente meno potenti, meno veloci, meno ingombranti, molto meno sicuri.

Zohu mantiene le distanze…

C’è il perpetuarsi di un gesto istintivo, di un cimento emozionante, adrenalinico, sia per chi lo vive direttamente, sia per chi lo ammira estasiato, cogliendo la difficoltà dell’esercizio, ammirando l’estrema, istintiva abilità, quasi animalesca, di questi assatanati, che si avvinghiano a questo metallo, volendo quasi spostarlo, violentarlo, arretrarlo, per poter essere ancora più veloci, più appagati, più vincenti.

Bottas no

Sono sensazioni forti, stupende, indimenticabili. E allora quelle coordinate geografiche non rappresentano più un punto qualsiasi sulla carta geografica. Ma sono il punto esatto del pianeta in cui, ad un certo momento, avviene qualcosa di magico, di avvincente, di spettacolare, di entusiasmante. Ed è bello farsi trovare lì, pronti, a condividere l’emozione, il battito del cuore, la carezza fuggente che eccita la mente, che esalta l’anima…
Buona visione.
GIUSEPPE MAGNI

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