F.1 GP ITALIA Monza 2020 a porte chiuse ma a cuore aperto per i tifosi

DI GIUSEPPE MAGNI

Una immagine del passato che stride con quanto avverrà domenica 6 settembre a Monza che sarà deserta

“Ci abbiamo provato fino all’ultimo, ma i rigidissimi protocolli imposti da Federazione e Liberty Media ci hanno impedito di avere i tifosi in Autodromo per il nostro Gran Premio d’Italia. So quanto ci tenevano, anche noi teniamo a loro, tant’è che abbiamo lavorato per ottenere un anno di contratto in più per il nostro Gran Premio di Monza e stiamo lavorando per avere l’Autodromo in splendide condizioni tra due anni, quando celebreremo il centenario del Tempio della Velocità. Abbiamo bisogno del governo, che snellisca certe procedure amministrative troppo lunghe ed estenuanti e abbiamo bisogno anche dell’affetto dei tifosi.”

Così stamattina, a Milano, il presidente dell’Automobil Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, che è intervenuto in piazza delle città di Lombardia in occasione della conferenza stampa di presentazione del 91esimo Gran Premio d’Italia. Un intervento accorato, appassionato, da una parte compiaciuto e soddisfatto di essere riuscito ad organizzare il Gran Premio anche in un anno difficilissimo come questo, contento di avere ben tre Gran Premi di Formula Uno in Italia, dall’altra dispiaciuto di non essere in grado di sveltire i lavori di riammodernamento dell’Autodromo, ma soprattutto di non essere riuscito ad aprire il Gran Premio ai tifosi.

Il presidente ACI Sticchi Damiani ha fatto un discorso da appassionato col cuore in mano (Foto Galli)

Da appassionato vero, il presidente ha mostrato di capire davvero lo stato d’animo dei tanti, tantissimi appassionati che avrebbero voluto esserci, ma che, purtroppo, non sarà possibile avere a Monza quest’anno, non tanto per l’impossibilità festa sotto al podio, ma nemmeno in tribuna, distanziati e con le mascherine. È stato davvero bello e toccante sentire il presidente così vicino al cuore dei tifosi, spingendosi addirittura a dire che ha bisogno del loro affetto. È stato altrettanto bello sentire il presidente dire che è riuscito a far approvare a Liberty Media una iniziativa per ospitare duecentocinquanta tra medici ed operatori sanitari, che tanto hanno combattuto e lavorato duramente nella lotta contro il terribile virus. Una bellissima idea, che premia loro, ma anche chi dal virus ha avuto la fortuna di guarire, come me, che sono di Bergamo, e quel periodo l’ho vissuto in tutta la sua drammaticità, anche sulla mia pelle. Non potremo esserci, ma l’affetto ci sarà, presidente.

Non possiamo e non potremo mai non esserle grati per tutto il lavoro che ha fatto e per quello che farà, per mantenere in vita il nostro meraviglioso Gran Premio d’Italia. Non un evento, ma una celebrazione, una elevazione delle anime e dei sentimenti, non solo dei piloti e dei protagonisti, ma anche di tutti gli spettatori che, fedeli nei decenni, hanno assiepato gli spalti e le reti. Un rombo di motori e un battito di cuori, di migliaia di cuori, uniti nella gioia e nella profonda commozione di esserci, di emozionarci nel Tempio della Velocità, che ha visto, da sempre, il cimento dei più grandi assi del volante al mondo.

Ci saremo, presidente, ci saremo anche quest’anno, non fisicamente, ma col calore della passione, quella che sempre portiamo sotto il podio. E che vorremo portare anche quest’anno, per i piloti, certo, ma anche per lei, presidente, e per i suoi invitati, quei dottori, quei medici, che tanto hanno fatto e che già, loro si, vorremmo fin d’ora applaudire sul gradino più alto di quel podio, il nostro podio, ringraziandoli per la vita.
GIUSEPPE MAGNI

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