F.1 GP ITALIA Dal box Ferrari i momenti che hanno portato alla pole position

TESTO E FOTO DI GIUSEPPE MAGNI

Stanno per iniziare le qualifiche del Gran Premio d’Italia a Monza. Cosa succede in questi minuti, così importanti, così tesi, prima della grande battaglia in pista? Siamo andati a vedere, a sentire l’atmosfera in pit lane a pochi attimi dal via della qualifica più veloce dell’anno. Alle 15.45 le fettucce che delimitano l’area pit stop dalla fast lane sono già state rimosse, come se le monoposto dovessero uscire da un momento all’altro. Si può arrivare a pochi centimetri dalla riga rossa, oltre la quale c’è il garage vero e proprio, ma l’accensione del motore per il riscaldamento blocca le gambe ad un passo.

La macchina rossa è lì, a pochi centimetri, motore acceso, i suoi ragazzi le sono tutti intorno, immobili, con l’orecchio e gli occhi tesi a cogliere, a percepire anche solo un piccolo segno che possa minacciare la perfezione e la solennità del momento. Mi hanno visto, sanno esattamente dove sono, mi curano senza guardarmi, io sono stato ben attento a non urtare pistole per il pit stop o cavi che penzolano sopra di loro, e neppure ad intralciare le riprese delle tv, che in questi momenti imperversano davanti ai garage con precedenza assoluta su chicchessia. Si spegne il motore, i giri di riscaldamento sono sufficienti.

Entra in scena il pilota, si muove verso l’angolo destro del box. Rimane lunghi attimi immobile, con la faccia rivolta, quasi attaccata all’angolo, come se fosse in castigo. Ad un certo punto prende qualcosa dallo scaffale davanti a lui, la balaclava, che indossa con un gesto rapido, probabilmente il milionesimo della sua vita, sempre uguale, da quando ha cominciato a calcare le piste. E’ solo a questo punto che abbandona il suo angolo di isolamento e si gira, verso la luce esterna, ma lo sguardo è assente, assorto, già carico di concentrazione per ciò che diviene sempre più imminente.

Anche la tensione di chi guarda sale, partecipe del momento, i ragazzi continuano a curarmi, fingendo indifferenza, ma sanno perfettamente dove sono e cosa stia facendo. Dopo una ventina di secondi, che sembrano un’eternità, il guerriero prende il suo elmo, il suo vessillo e, se tanto veloce era stato il calzare la balaclava, tanto lento è il calarsi il casco, prima solo appoggiato alla testa, e poi, progressivamente, pezzo, pezzo, tirato giù tramite i nastrini sottostanti, fino ad assumere la più corretta e più perfetta posizione attorno alla testa.

Si intravedono gli occhi, ma in questi momenti non sono certo lo specchio dell’anima, quella ormai già persa chissà dove, chissà come, chissà perché. Ormai la tensione è a livelli altissimi, i ragazzi dentro si sono ulteriormente irrigiditi, attendendo che il guerriero monti in sella al suo destriero. Potremmo rimanere ancora un po’, qualche decina di secondi in più, per godere del momento, per condividere l’adrenalina che ha cominciato a scorrere copiosa nel sangue del guerriero, ma anche di tutti i suoi ragazzi intorno a lui. Ma è meglio incamminarsi, non approfittare, non rischiare di incorrere in scorrettezze riaspetto ad un regolamento rigido, ma giusto, in termini di sicurezza ineccepibili.

La qualifica più veloce del mondo sta andando ad incominciare: oggi si disputa con le gomme più dure nella prima parte, le gomme intermedie nella seconda, quelle più tenere nella terza. Sulle tribune davanti ai garage si sono già aperti i grandi bandieroni della Ferrari, quello a forma di cuore della Scuderia Ferrari Club interna e lo scudo della Scuderia Ferrari Club di Caprino Bergamasco. L’ora fatidica è giunta: Il Tempio della Velocità sta per iniziare la celebrazione del suo rito più solenne, l’inno assoluto alle macchine più performanti del mondo. Come finirà? Lo sapremo tra poco. Intanto dobbiamo smaltire il tremore che ancora attanaglia le gambe dopo quell’accensione improvvisa della power unit, per il primo riscaldamento, la prima sgambata.

Svetterà il migliore, come sempre, qui nel Parco. E chissà mai che, alla fine, chi ha aperto il grande cuore e il grande scudo, dopo tante sofferenze, possa finalmente gioire…

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