F.1 GP BRASILE Vince Verstappen ma l’eroe di giornata è Alonso terzo dietro a Norris

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

Max Verstappen vince il GP del Brasile, che poi si chiama di San Paolo perché la dicitura Brasile era appannaggio della vecchia organizzazione paulista e Bernie Ecclestone trovò il modo di aggirare il problema. Ma a parte il record di 17 vittorie in una stagione (senza dimenticare quelle nelle gare sprint), a parte il secondo posto di Lando Norris con la McLaren, che sale sul podio per l’ottava volta nella stagione, a parte il clamoroso ritiro di Charles Leclerc che esce di pista quinta curva del giro di riscaldamento (quindi nemmeno partito) e a parte il sesto posto di Carlos Sainz che porta in fondo, pur col cambio in crisi in scalata, la seconda Ferrari, l’eroe di giornata è un anziano giovanotto di 42 anni, quasi 43, che per una ventina di giri si è tenuto dietro una astronave come la Red Bull usando il cervello e il coraggio, oltre che una buona dose di cuore.

In qualifica era finita così con Ocon…

Il terzo posto di Fernando Alonso, dopo i ritiri delle ultime gare e i problemi di metà stagione, è uno di quei pezzi di storia dell’automobilismo che riconcilia con le corse e lo spirito indomito di chi ci mette sempre il cuore davanti all’alettone anteriore. Sfruttando una buona partenza, una strategia che gli ha permesso di restare coi primi, seppure a distacchi abissali di oltre 30 secondi dal primo, i 20 e passa giri di Alonso per tenersi dietro Perez sono stati da antologia. Mentre davanti non succedeva niente di che, con Verstappen che controllava il ritmo, Norris che cercava di non sbagliare, la vecchia scuola ha dato spettacolo.

La Red Bull era più veloce in rettilineo, Perez guadagnava almeno 3 decimi sui due rettilinei e Alonso, per tenersi a distanza di sicurezza, doveva guadagnare 4 decimi. E lo ha fatto in due curve soltanto: quelle lente prima del curvone di ritorno al traguardo. Perez è impazzito e quando a due giri dalla fine è riuscito a infilare Alonso, lo spagnolo ha dato fondo a quello che era rimasto della sua Aston Martin, visto che di gomme buone nemmeno a parlarne e con una infilata in fondo al rettilineo e il solito giochino stressante in fondo alle due curve lente, specialmente al Bico Do Pato, il becco d’anatra, “ha uccellato” Perez portando a casa un podio incredibile e facendo passare in secondo piano le gare degli altri: il quinto posto di Stroll, ad esempio, il sesto di Sainz che si è visto solo in un sorpasso a una claudicante Mercedes che ha perso Russell per surriscaldamento e un Hamilton a rilento in ottava posizione alle spalle pure di Gasly con una Alpine non proprio esaltante.

Ecco, il GP del  Brasile (o meglio di San Paolo) è tutto racchiuso nell’impresa di questo giovane anziano di 42 anni, in cammino per i 43, che ci dà dentro ancora come un ragazzino con l’aggiunta dell’esperienza maturata negli anni. Ecco, se lo slogan riservato a Leclerc, “date una macchina a questo ragazzo” dovesse essere detto per Alonso, stavolta farebbe la cosa giusta.

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