F.1 GP BELGIO Tribune a misura di tifoso e servizi adeguati la ricetta di Spa

TESTO E FOTO DI GIUSEPPE MAGNI

 

E’ opinione comune che Spa-Francorchamps sia un circuito bellissimo, forse il migliore dell’intero calendario del campionato del mondo di Formula 1. Ma il territorio in cui è incastonato non è certo dei più facili: la foresta delle Ardenne è un dedalo di conifere impenetrabile, i pochi villaggi non offrono alcunché come divertimento, e la frequentissima pioggia che trasforma tutta la zona in un fango in cui si affonda fino a metà gamba, che intirizzisce, scatenando una umidità che penetra subdola nelle ossa, rende la vita da queste parti una vera e propria prova di sopravvivenza.

Da questo punto di vista, bisogna davvero fare un plauso agli organizzatori e soprattutto ai responsabili del gioiello belga che, dovrà sicuramente migliorare ancora qualcosa nella gestione dell’afflusso e del deflusso del traffico, soprattutto veicolare, ma sotto l’aspetto delle strutture del circuito, ormai ogni anno fanno trovare a chi arriva ad assistere alla gara, almeno una importante miglioria. Lo scorso anno era stata modificata la pista, migliorate le vie di fuga da parte dell’Ingegnere Jarno Zaffelli e, soprattutto, era stata costruita una sontuosa tribuna sulla collina del Raidillon, dalla quale gli spettatori godono, oltre alla vista mozzafiato sulla curva più famosa del mondo, l’Eau Rouge, di tutti i confort di cui uno spettatore ha bisogno.

Tribuna coperta, ma coperta davvero, non come quella precedente in cui, spesso e volentieri, si finiva inzuppati lo stesso nonostante un telone bianco fungesse da copertura. Poi sotto la tribuna stessa, bar, punti di ristoro di ogni genere e tipo, oltre a servizi igienici numerosi e sempre puliti. Al di sotto una zona vip davvero lussuosa, con ristorante chiuso da una vetrata panoramica e terrazzo proprio sopra il Raidillon.

Quest’anno un’altra tribuna nuova, nella discesa che scende dopo la Source, che è stata disboscata e sistemata, creando una gradinata scoperta da oltre 3.000 posti e una viabilità per gli spettatori davvero migliore rispetto alla stradina preesistente. Anche la nuova tribuna presenta tutti i confort della sorella maggiore sul Raidillon, ha una capienza di oltre 4.000 posti a sedere al coperto e contribuisce, oltre che a cambiare gradevolmente il paesaggio, anche a migliorare notevolmente il confort degli spettatori che ogni anno giungono sempre più numerosi da ogni parte del mondo ad assistere al Gran Premio del Belgio, perché Spa è Spa e almeno una volta nella vita va vista dal vivo.

C’è poi da sottolineare la grande attenzione che i responsabili del circuito stanno dedicando anche ai flussi interni, migliorando ogni anno tutte le strade e le vie pedonali di comunicazione tra le varie zone della pista. Quest’anno, per esempio, è stata opportunamente eliminata la piccola strada che saliva ripidissima quanto strettissima verso le tribune sul Raidillon e tutti ora salgono percorrendo il vecchio tratto di pista esistente prima della creazione nel 1929 di Eau-Rouge, andando verso la curva della Ancienne Douane e risalendo poi verso il Kemmel con una via pedonale completamente nuova e molto funzionale.

Ovunque non ci sia asfalto, sono state sparse diverse tonnellate di ghiaione, onde arginare il fango, che dominava imperterrito in ogni dove, rendendo ancora più pesanti e difficili gli spostamenti. Ovunque si trovano nuove installazioni, atte all’accoglienza e a mitigare gli effetti di un meteo sempre inclemente. Davvero un grande, virtuoso esempio, questo offertoci dagli organizzatori e responsabili del circuito su cui si disputa il Gran Premio del Belgio, molto opportunamente coadiuvati dalle autorità locali e dal governo belga, ben consci dell’importanza dell’indotto che la gara mondiale porta da queste parti che, altrimenti, rimarrebbero quella landa desolata di cui accennavamo all’inizio.

Fare squadra e lavorare quotidianamente per valorizzare il loro gioiello, fa sì che Spa-Francorchamps, oltre che ad essere il circuito più bello del mondo, si stia avviando a diventare una di quelle eccellenze a livello di strutture tanto auspicate da Liberty Media e dalle esigenze sempre più elevate richieste dall’astante dei Gran Premi moderni. Ed è la prova provata che anche un circuito con più di 100 anni di storia possa modernizzarsi e diventare un fiore all’occhiello dell’automobilismo moderno, fungendo da quel tanto auspicato anello di congiunzione tra la storia, la tradizione antica delle corse, che devono mantenere il loro DNA, e la modernità dei teatri del futuro, dove domina la comodità e lo show. Avremo anche altre organizzazioni che sapranno imitare l’esempio di Spa-Francorchamps e avviarsi verso una modernizzazione profonda quanto dovuta? Ai posteri l’ardua sentenza…

Condividi su: