F.1 GP AUSTRIA I racconti del paddock: quando i piloti li vedi solo in TV…

TESTO E FOTO DI GIUSEPPE MAGNI

La stragrande maggioranza dei tifosi di Formula 1 trascorre la vita sognando di poter entrare un giorno nel paddock. Perché nel paddock si possono incontrare i piloti, i vip e fare autografi, foto e magari anche due chiacchiere. La stragrande maggioranza dei tifosi di Formula 1 trascorre la vita sognandolo, senza poterci arrivare mai. Qualcuno, però, ogni tanto, ce la fa.

DOPO 45 ANNI DIETRO LE RETI, ECCO IL PARADISO

Dopo 45 anni dietro le reti, improvvisamente, si aprono le porte del paradiso. Si entra con i pass elettronici, che fanno magicamente aprire un tornello, emettendo un cicalino di consenso. Siamo dentro. Fuori il telefonino ed il blocchetto che adesso arriva Charles Leclerc e devo essere pronto. Dopo un’oretta, ancora nulla. Intanto si è formato un capannello di vip e fotografi giusto dopo l’entrata del tornello opposto a quello del Welcome Center, quello da cui entrano i piloti. Un capannello esattamente uguale a quello che si è formato all’ingresso opposto, dove sono appostati i tifosi, con in prima fila, correttamente, i portatori di handicap.

HAMILTON DI CORSA ANCHE NEL PADDOCK

Arriva Lewis Hamilton di corsa, un paio di selfie in tutta fretta e nulla più. Incrociamo ValtteriBottas che entra, anche lui di fretta, nel motorhome Alfa Romeo. Di tutti gli altri nessuna traccia. Ma come? Siamo nel paddock, in quella sorta di eldorado, di paradiso terrestre, dove tutti anelano di entrare, e, in una intera mattinata, abbiamo visto, di sfuggita, solo 2 piloti 2, che sono apparsi di frettissima, dedicandoci tempo zero? Non è che abbiamo sbagliato? Non è che il paddock vero stia da un’altra parte? Non è che questo sia solo un brutto incubo, dal quale speriamo di svegliarci molto presto? Possibile che siano tutti così antipatici e pochissimo, direi per niente, disponibili?

UNA AGENDA TROPPO FITTA DI IMPEGNI

L’arcano ci viene svelato da un addetto ai lavori, un fornitore di caschi che segue direttamente i suoi piloti sui campi di gara. Ci mostra un’agenda giornaliera di uno dei suoi assistiti: arrivo in pista prima delle 9 di mattina e subito una raffica di impegni, fittissimi, senza soluzione di continuità, fino a dopo le 19.30. La maggior parte dedicata a ospiti, fornitori, ospiti del team, paddock club, vip, ma anche riunioni tecniche e, ovviamente, impegno in pista, che immaginavamo fosse l’attività principale del pilota, ma che scopriamo essere quasi un di cui in una agenda veramente articolata e molto complessa, strapiena.

PILOTA OGGI, MACCHINA DA MARKETING

Il pilota di oggi, l’eroe dei tempi moderni, si trova al centro di un meccanismo che muove interessi economici enormi ed il suo tempo diventa prezioso elemento da centellinare con il contagocce, quasi fosse un preziosissimo distillato da gestire con parsimonia e con cura tale da trarne il massimo del profitto possibile.

TIFOSI SPAESATI NELL’ACQUARIO

Così l’ingenuo tifoso, che da decenni sognava la vita da nababbi che si conduce dentro al paddock, ricercando come l’oro i preziosissimi, quanto introvabili pass per accedervi, rimane con un palmo di naso, un po’ deluso, ma comunque più consapevole di una realtà di business spinta veramente a livelli parossistici, estremi.

Del resto, questo è il campionato del mondo della Formula 1, per la quale l’interesse mondiale sta assumendo proporzioni sempre più vaste in tutte le zone del mondo. E’ normale che i protagonisti, che, alla fine, sono solo 20 ragazzi, debbano collaborare attivamente e fattivamente a portare sempre più in alto il loro mondo, la loro fama.

Ci accontenteremo, e come se ci accontenteremo, di vederli in azione tra poco in pista. Alla fine, è proprio lì che loro danno il meglio di loro stessi. Ed è anche lì dove, di sicuro, preferiamo vederli, in azione, giù la visiera e via andare!

 

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