F.1 GP ARABIA SAUDITA La grande paura di Mick Schumacher e un grazie a Dallara

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

JEDDAH – Bisogna ringraziare “San Dallara” e la sua capacità di costruire vetture sicure e robuste, perché l’incidente che ha visto coinvolto il pilota della Haas, Mick Schumacher, se non ha avuto conseguenze peggiori lo si deve proprio alla solidità della struttura costruita a Varano De Melegari. I fatti: era in corso la seconda parte delle qualifiche e Mick Schumacher, figlio di Michael, il sette volte campione del mondo della Ferrari, è in 9 posizione, miglior piazzamento da quando è in F.1.

Arriva veloce in curva 4, sale sul cordolo, perde il controllo e va a sbattere con violenza, ad oltre 220 km/h, contro il muro esterno venendo poi rimbalzato dall’altra parte della pista dove si arresta privo di conoscenza o incapace a reagire dopo il tremendo impatto. Minuti di ansia e terrore visto che mancavano notizie, anche via radio da parte del pilota, mentre la musica assordante della discoteca che accompagna la vita nel paddock, faceva da stridente contrasto con quello che stava accadendo in pista.

Il terrore si leggeva sul volto dei suoi meccanici, attoniti, mentre la mente è subito volata al papà Michael che giace incosciente dopo il drammatico incidente sugli sci del dicembre 2013. I medici impiegheranno 12 minuti prima di estrarlo dalla vettura e portarlo in ambulanza al centro medico dove il primo report recita che: “Non ha ferite ed è cosciente ma per precauzione è stato trasportato all’ospedale delle forze armate Re Fahad a Jeddah per un controllo maggiore”.

Per ripulire la pista e raccogliere i rottami è servita quasi un’ora prima di riprendere la sessione di qualifica.

I soccorsi a Mick Schumacher nell’immagine Eurosport
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