F.1 Ferrari una stagione da salvare per quello che ha ci ha fatto vedere di buono

DI GIUSEPPE MAGNI
È il giorno del Gran Premio di Abu Dhabi, ultima gara dell’anno. Ultimo giorno di scuola. Ma Non sembra esserci quell’atmosfera festosa che solitamente accompagna e prelude la gioia delle vacanze. Il cielo sull’Europa infatti è grigio, freddo, plumbeo, come la stagione boreale impone. Grigio e freddo come tante anime che già si sentono orfane dello spettacolo più bello del mondo, visto che la Formula Uno, dopo oggi, non andrà in scena fino alle idi di marzo di un altr’anno. O come tante altre anime, anime rosse, che si sentono tradite, deluse, arrabbiate per l’ennesima stagione non andata a buon fine per la Scuderia Ferrari. Ci mancava l’ennesima giornata storta, quella di ieri, dove in un solo settore del tracciato la Rossa accusava mezzo secondo di distacco dai migliori. Dove, nel momento decisivo, l’ultimo brivido caldo dell’ultima qualifica dell’anno ci è stato negato per un errore di valutazione, che ha impedito di fatto a Charles Leclerc di effettuare l’ultimo giro lanciato, causa tempo scaduto. Tempo scaduto? Per l’ufficialità dei cronometri, forse. Ma solo e soltanto per loro. Perché scommetto che tutti, ma proprio tutti oggi saremo lì, frementi e ferventi, a vedere cosa farà la Ferrari.

Con malcelate speranze di una partenza al fulmicotone, come quella che ha confessato ieri a caldo lo stesso Charles Leclerc. O speranze di una strategia vincente, che consenta alla Rossa di salire sul podio. Magari sul gradino più alto. Tempo scaduto, quindi? Nemmeno per sogno! Ci sono tutte le possibilità di fare bene. Oggi. E anche nell’immediato futuro. Da cosa deriva tutto questo ottimismo?

Dalle fragili speranze di un cuore innamorato? Dai sogni magari un pochino delusi ma mai, mai completamente infranti di un irriducibile quanto umile tifoso? Forse sì. O forse dalla sicurezza, dalla certezza dell’impegno, della fatica, del lavoro incessante, ininterrotto, e della passione enorme, dell’entusiasmo senza fine che ci stanno mettendo tutte, ma proprio tutte le persone della Scuderia di Maranello. O forse anche dalle immagini della stagione che sta per finire che scorrono inevitabilmente ininterrotte davanti agli occhi, agli occhi del cuore, nell’ultimo giorno di scuola. Immagini di una stagione fatta di gare bellissime, stupende, incerte, appassionanti. Tranne rare eccezioni, infatti, quest’anno ci siamo divertiti tanto, ci siamo emozionati tantissimo, ci siamo commossi anche di più. Abbiamo vissuto giornate indimenticabili, di vera, piena, grandissima gioia. Vogliamo parlare di Monza? E questo grazie soprattutto alla Scuderia Ferrari, che è sempre, sempre stata protagonista. Ha saputo sempre stare lì davanti, a contendere metro per metro la vittoria a quella formidabile corazzata che è la Mercedes AMG F1. I Ragazzi hanno combattuto, da fieri, valorosi guerrieri. Hanno combattuto sempre e comunque, regalandoci sogni, regalandoci enormi emozioni. Perdonatemi, non sono un cronista e nemmeno un tecnico che potrebbe ipotizzare o sviscerare, debitamente e con dovizia di particolari, le motivazioni per le quali ci siano sfuggite le vittorie nei campionati. Sono solo un appassionato. Come voi. Che si è emozionato. Che ha imprecato. Che si è esaltato. Che si è commosso. Come voi. E che lo farà, lo faremo anche oggi. E anche il prossimo anno. E anche tra due e anche tra dieci. Perché la Scuderia Ferrari è uno splendido, enorme aereo che libera tutti i cuori e permette loro di volare. Verso i sogni più belli. Di quelli che, d’un colpo, cancellano il cielo grigio e riempiono gli occhi di lacrime colorate e i cuori di sabbia calda e di una nuova alba. Rossa.
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