F.1 2024 Al via la stagione iridata ecco chi sale e chi scende alla vigilia del Bahrain

DI PAOLO CICCARONE

Sabato 2 marzo riparte la F.1 sul circuito di Sakhir, in Bahrain e dopo i tre giorni di prove libere, concessi per regolamento prima del via della stagione, si è capito qualcosa di come potrebbe andare la stagione. Il mondiale 2024 sarà il più lungo della storia, con 24 gare più 6 gare sprint al sabato per un totale di 30 partenze sui 4 continenti (manca solo l’Africa). Uno sforzo enorme che fa capire come la F.1 sia diventata un evento globale a tutti gli effetti e che tiene conto delle varie esigenze. Infatti in Bahrain e in Arabia Saudita, il 9 marzo, si corre di sabato perché da domenica 10 scatta il Ramadan e siccome fra una gara e l’altra ci devono essere almeno 7 giorni, ecco che il mondiale 2024 viene anticipato al sabato pomeriggio per noi in Italia.

Dopo i tre giorni di test ecco la mappa di cosa abbiamo capito (poco) con la certezza che i valori teorici indicati verranno smentiti molto presto dalla pista.

Red Bull vincente sulla carta

E’ bastato vedere alcune soluzioni tecniche della RB20 per far mettere le mani nei capelli (e in testa a chi non li aveva) i tecnici rivali. E i primi giri di pista a Sakhir hanno mostrato una macchina che reagisce alle sollecitazioni e ha conservato il meglio dell’anno scorso. Dare per scontato Verstappen e Red Bull come favoriti al mondiale 2024 è la cosa più logica. Unica speranza che non sia un dominio netto come l’anno scorso e che i rivali possano dare più fastidio. Da quello che si è visto nei primi giri di pista è possibile e i 3/4 decimi di vantaggio sul passo gara che sembra avere la RB20 non sia poi un divario impossibile da recuperare. Resta l’incognita Perez, ovvero se riuscirà ad adattarsi a una macchina critica e difficile da pilotare in cui solo Verstappen è riuscito a fare bene. Da come va la RB20, dai tempi sul giro e da come reagisce alle regolazioni, favoriti d’obbligo.

McLaren ha tutto per la seconda forza

Non fatevi ingannare dai tempi sul giro a volte distanti dai primi, la McLaren ha fatto un altro piccolo passo in avanti rispetto ai tanti già fatti nella passata stagione. La MCL38 è equilibrata, reagisce bene e ha mostrato di potersi inserire nelle posizioni di vertice, anche se con un motore clienti Mercedes, scelta fatta anche per il futuro della squadra. Con un Oscar Piastri con un anno di esperienza in più e un Lando Norris che ha tutto per vincere finalmente un GP, la squadra ha solidità tecnica, mente aperta ai cambiamenti e piedi per terra senza caccia alle streghe. Faranno bene e Andrea Stella, il team principal, ha quella calma olimpica per affrontare le situazioni difficili che si presenteranno senza farsi prendere dal panico.

Ferrari meglio sul passo gara

La SF-23 era una macchina veloce in qualifica, poi si perdeva in gara con il consumo gomme e a Maranello, impostando la SF-24, hanno lavorato proprio in questa direzione, cercando di non perdere il buono mostrato in qualifica. Dai primi test i riscontri fra simulatore e pista, a seconda di quanto detto, sembrano soddisfacenti e quindi i 5 decimi in meno teorici potrebbero essere validati anche in gara. Per ora sembra andare bene anche se gli stessi piloti hanno capito che Red Bull è là davanti. Vedere le scodate e il nervosismo delle SF-24, con traiettorie particolari, fa capire come si debba andare impiccati in certe situazioni. Poi magari qualcosa va bene e si vince, ma per ora non sembrano esserci i presupposti. Felice di sbagliare e rimangiarsi tutto.

Mercedes a un soffio da Ferrari

La rivoluzione tecnica ha portato a una W15 molto diversa dalle due che l’anno preceduta, ma restano dei problemi di base per cui i correttivi possono funzionare, ma il ritardo accumulato in due anni non lo recuperi in una stagione, partendo sempre da una base similare. Per ora i due piloti hanno girato, come consuetudine, sempre con molta benzina a bordo e sul long run sembra andare bene, anche meglio della Ferrari, per cui è probabile che nella parte iniziale del campionato, la rossa di Maranello sarà la rivale più accreditata per Mercedes con un occhio alla McLaren che là davanti potrebbe essere la sorpresa iniziale.

Visa Cash App

Già il nome è sufficiente per farla cancellare dall’elenco degli iscritti ma pecunia non olet e quindi ecco qua la versione a 4 ruote della carta di credito che, da quello che si è visto, invece di essere clonata ha clonato la RB19, condividendo alcuni principi oltre che motore e cambio. Una situazione che potrebbe far storcere il naso a qualcuno, specie a chi vede un clone di troppo. Intanto pur non essendo una Red Bull al 100 per 100, la base è buona anche se vecchia di un anno e per Ricciardo la possibilità di dare una svolta alla carriera se tutto dovesse funzionare. Da vedere la gestione manageriale di Mekies, che dalla Ferrari avrà portato delle metodologie a Faenza utili alla crescita del team.

Aston Martin cerca lo spunto

L’anno scorso Fernando Alonso aveva un sorriso che andava da orecchio a orecchio, quest’anno dopo i primi test sembra essere tornato sul pianeta terra, segno che lo sviluppo della AMR non è stato così fulminante come quello McLaren, partiti dietro ma arrivati molto davanti. Fra nuovi uffici, capannoni e progetto Honda, sul fronte Aston Martin (che ha pure un indebitamento 1,3 miliardi di euro per la parte produzione) ci sono troppe cose da sistemare e poco tempo per farlo e non sempre si va nella direzione giusta. Direi quinta-sesta forza del mondiale, in ribasso dopo i fasti di inizio 2023. Anche qui felice di sbagliare, ma i segnali sono questi.

Alpine deve superare la confusione

Dopo le epurazioni di massa dell’anno scorso, Alpine non ha ancora un assetto tecnico e sportivo adeguato, tanto che la nuova macchina, la A524, sembra essere ancora la base di quella (sbagliata) di due anni fa e che fatica a crescere. Hanno estremizzato tutti i concetti, resa più aggressiva in ogni settore, ma non è detto, da quello che si è visto, che funzioni a dovere. Gasly appare sfiduciato, Ocon punta a un posto in Mercedes, Famin a conservarlo invece il posto. Servono innesti e definirla come settima-ottava forza in campo, in questa fase potrebbe essere la realtà. La voglia di fare bene c’è e De Meo non lesina investimenti, ma ci vuole il tempo giusto per quagliare le cose come si deve.

Williams meglio del 23 ma sempre lì

I 20 milioni di euro di Komatsu sulla Williams sono un toccasana, ma la squadra dopo essere cresciuta l’anno scorso, in questa prima fase sembra solo voler confermare la posizione in classifica, con un Sargeant ancora imbarazzante anche se nella seconda giornata di prove si è messo dietro nomi illustri e a tratti con Alex Albon, che guarda a un posto in Mercedes o in Red Bull, impacciato sulla strada da prendere. Di sicuro sono molto concreti e coi soldi a disposizione niente sprechi. Un ottavo posto per loro è la posizione giusta in classifica.

Stake Sauber in attesa di Audi

Cambio di nome e colore per la Sauber che passa dal rosso Alfa al verde Stake che potrebbe diventare Kick a seconda delle nazioni in cui il marchio Stake è vietato. La battuta che gira è che potrebbero chiamarla Mi-Stake, ovvero errore, visto che non sembrano esserci passi in avanti rispetto all’anno scorso e pure con la partenza del tecnico Moncheaux, passato alla FIA, non è che chi è rimasto abbia fatto meglio. Se mettessero il cartello lavori in corso in attesa di Audi, farebbero prima e questo fa capire come la squadra stia vivendo un anno di transizione e di costruzione verso una nuova realtà targata 4 anelli. Il problema è che di Audi, in questo momento, non si vede ancora un segno che faccia sperare in bene in tempi brevi, perché poi il divario attuale non è che lo recuperi in un lampo…

Haas perde la simpatia di Steiner sul web

Certo che la Haas senza Steiner e il seguito sul web non è che se ne faccia grandi cose. Di sicuro il nuovo team principal non è che nel ruolo tecnico avesse dato garanzie, tanto che la squadra era precipitata in basso in classifica. Bisogna vedere con quale scopo corrono il mondiale: se per vendere in futuro o per migliorare. Nel primo caso, va benissimo così, nel secondo serve altro. Che non c’è e non si vede un futuro a breve. Quindi ultimo posto in classifica seppure l’esperienza di Magnussen e Hulkenberg possano portare qualche sorpresa in qualche gara. Tanta simpatia per il piccolo Davide contro i Golia del circus, ma serve altro.

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