CONTROMANO: URGE CAMBIO DI PROSPETTIVA IN CASA FERRARI

RODOLFO INTELISANO

 

Allora…mondiale definitivamente perso per la Ferrari? Non ancora, ci sono ancora 10 gare da disputare e può succedere di tutto, ogni imprevisto, come abbiamo visto ieri. Certo che Verstappen non sbaglia un colpo. Ne ha di più? E’ più bravo? O è la Red Bull ad averne di più? Difficilissimo da dire con due macchine quasi alla pari con una leggerissima supremazia di una o dell’altra a seconda della pista o di altre variabili , temperature, degrado gomme, temperatura asfalto ecc.. difficilmente comprensibili e prevedibili anche per gli stessi tecnici delle due squadre, figuriamoci per chi vuole azzardare pronostici.

Di sicuro Verstappen ha un doppio vantaggio su Leclerc: primo ha la certezza che tutta la squadra lavora per lui, secondo, rispetto a Leclerc ha una maggiore esperienza, soprattutto al vertice per la lotta al titolo. Ciò spiega, in parte, l’errore di ieri del monegasco che si aggiunge a quello di Imola, meno grave però, perché commesso sotto pressione nel tentativo di rimontare, imperdonabile invece quando sei in testa e da solo….mi ha ricordato un certo Alan Jones, uno specialista di queste situazioni….Un altro confronto che mi è venuto in mente, ma non solo a me, è quello con il Vettel del 2018, Hockenheim, Sachs Kurve. La gran parte degli esperti ha rifiutato il paragone io, invece, ce lo vedo e vi spiego perché. Faccio due ipotesi: Leclerc “impiccato” per tenere il passo di Verstasppen con una macchina leggerissimamente inferiore come era la Ferrari di Vettel rispetto alla Mercedes di Hamilton, seconda ipotesi macchine pari, anzi qualcuno dice Ferrari leggermente superiore. E allora la differenza la fa il pilota ma attenzione, non per migliori capacità di guida ma perché corre più sereno, rispetto ad un pilota che sa di non avere una squadra che lavora solo per lui e che sente la pressione dei media, dei tifosi, la responsabilità di poter portare una Ferrari al titolo mondiale. Che il motivo sia uno o l’altro il risultato non cambia: sotto pressione si sbaglia. Quindi non crocefiggete Charles come avete fatto con Vettel, ci pensa già da solo…. E stavolta Binotto mi è piaciuto quando ha detto che Leclerc non deve dire che se perde il mondiale per 32 punti la colpa sarà sua. Ci sono stati tanti altri punti persi e non per colpa del pilota. Sono episodi positivi e negativi che sommati fanno parte della storia di un campionato.

Non condivido neppure l’analisi fatta da altri giornalisti, più esperti di me, secondo cui la squadra, e in particolare il suo ingegnere di pista, avrebbero sbagliato a non richiamarlo prima visto che gli pneumatici erano usurati. E’ il pilota che guida e sente la macchina, solo lui può e deve capire quanto può spingere con le gomme che ha. Detto ciò, con Verstappen nel traffico, degrado o non degrado degli pneumatici, Leclerc andava fatto rientrare subito (ennesimo errore di strategia). Per il resto, la Ferrari ha fatto capire da un pezzo che non ha mai puntato su Leclerc ma è partita con l’idea di due piloti alla pari. Poi Leclerc è stato nella prima metà di stagione nettamente il più competitivo fra i due, ma lo stesso non si è chiaramente deciso di puntare su di lui, decidendo di aspettare Sainz che, vista la gara di ieri, direi che è arrivato. Peccato che adesso rischia di essere tardi, per Sainz sicuramente, ma anche per Leclerc se non si prende, finalmente, una decisione chiara.

Fino ad oggi la storia delle 12 gare fin qui disputate ci dice che la Ferrari ha buttato via non meno di 4 vittorie (5 per Leclerc se ci mettiamo anche la decisione suicida di sacrificarlo a Silverstone in favore di Sainz) per errori grossolani di strategia, per mancanza di affidabilità e da ieri, anche per errori del pilota. Conclusione lampante: la macchina c’è, manca totalmente la squadra. Quindi se Ferrari vuole avere un minimo di possibilità deve ribaltare totalmente il proprio approccio e 1) puntare decisamente e apertamente, e aggiungo finalmente, su Leclerc, mettendolo nella condizione psicologica di sentire il totale appoggio della squadra, 2) smettere di commettere grossolani errori di strategia, 3) migliorare i pit stop (andiamo già meglio dell’anno scorso ma è inutile che i piloti si affannino a guadagnare due decimi se poi se ne perdono regolarmente minimo 6-8, a volte di più, nei pit stop dove Red Bull è sempre velocissima. Allenarsi di più! 4) Tenere la mente fredda e non andare in bambola sotto pressione, come ieri con l’unsafe release di Sainz. 5) Trovare una affidabilità a prova di bomba. Red Bull ad inizio campionato aveva maggiori problemi della Ferrari su questo fronte e li ha risolti brillantemente, può e deve farlo anche la Ferrari. Tutto ciò è difficile da realizzare? Bisogna provarci perché altrimenti e anche inutile dire che si punta al costruttori, peraltro mai stato più importante del piloti, costruttori dove, andando avanti così è finita che Mercedes è più vicina nel punteggio a Ferrari di quanto non lo sia Ferrari a Red Bull. Ecco, proprio il confronto con la Mercedes ci dice quanto, al di là della bontà del progetto della vettura, sia importante la gestione da parte della squadra. Mercedes ha saputo capitalizzare al massimo il materiale a disposizione, Ferrari invece ha sperperato a destra e a manca…

Per chiudere qualche annotazione regolamentare: chi è penalizzato e dovrà partire ultimo non dovrebbe essere ammesso nelle qualifiche alla Q2 o addirittura alla Q3 perché così toglie ad altri la possibilità di migliorare: se, come sabato, ci sono due macchine già destinate a partire in ultima fila si dovrebbero, si devono, aprire due posti in più in Q2. Meglio ancora sarebbe finirla con tutte queste penalizzazioni in griglia e semmai penalizzare nel punteggio costruttori la squadra con 5 o 10 punti a seconda della importanza del particolare cambiato. Tutto sommato questo dovrebbe essere ancora il mondiale piloti…o no? Resta da capire poi come un motore che deve durare sette gare, tra gara, prove e qualifiche e magari sprint race, possa essere in termini di progettazione, ricerca e sviluppo meno caro di un motore che duri due – tre gare…mah….
Discutibili come sempre, le decisioni dei commissari: Perez con Russel era da penalizzare o quantomeno da obbligare a restituire la posizione, E qui ritorno ad un mio vecchio “pallino“ quando la smettiamo di proteggere sempre chi difende la posizione e mai chi osa attaccare? O la regola contraria vale solo per Vettel? Canada 2019 urla ancora vendetta….

Condividi su: