CONTROMANO AAA Cercasi tifosi veri per la F.1 e non risse sui social

DI RODOLFO INTELISANO – FOTO BEPPE MAGNI

C’ERANO UNA VOLTA GLI APPASSIONATI. Arrivava in circuito con la sua spider, bionda d’ordinanza al fianco, coppola di velluto alla Jackie Stewart e guantini di pelle traforati beige. Parcheggiava nel prato di Brands Hatch ed era lì, pioggia o sole o vento. Era competente, non tifava per nessuno in particolare ma sapeva giudicare chi era davvero in gamba a percorrere la insidiosa Paddock bend quasi in pieno, magari con la pioggia.

QUEL TIFOSO VENUTO DAL SUD COL TRENO

Veniva dal sud Italia in treno, con il suo bandierone Ferrari per seguire il Gran Premio d’Austria a Zeltweg o il Gran Premio d’Italia a Monza, dormiva in tenda o arrivava direttamente la mattina della gara e allora non aveva dormito affatto. Ma riconosceva ogni vettura che transitava e dal colore del casco ogni pilota e a volte, anche da lontano, ti sapeva dire se quello che stava arrivando giù verso il Serraglio, dalle curve di Lesmo era un Cosworth 8 cilindri, un Ferrari 12 dal suono armonioso o un Matra 12 che spaccava i timpani. Amava e rispettava i piloti, erano per lui dei veri idoli, tutti.

MAI AVREBBE ESULTATO PER UN INCIDENTE

Mai avrebbe esultato per un incidente perché cosciente di seguire uno sport terribilmente pericoloso, affascinante ma a volte crudele. Non seguiva solo la Formula Uno ma era capace di restare ore e ore sotto la pioggia e inzupparsi tutto per seguire una mille chilometri, che fosse a Monza o altrove. Questo vero appassionato non esiste più. Da quanto leggo sui social devo prendere atto che anche l’automobilismo ha il suo becero tifoso.

L’INSULTO AL POSTO DELL’APPLAUSO

Che non applaude sportivamente tutti pur facendo il tifo per questo o quello in particolare, ma insulta l’avversario del proprio idolo, gli augura l’incidente, lo chiama con i peggio epiteti (infame rivolto al pilota di colore è quello che mi è rimasto più impresso). L’odio verso Hamilton infatti ha raggiunto livelli indegni di appassionati, anche se nessuno ha il coraggio di scrivere quello che questi pessimi soggetti pensano, più meno coscientemente, e cioè: dai, diciamolo senza la loro vergognosa ipocrisia: “sporco nero”. Se sono questi i nuovi, giovani, appassionati che Liberty Media vuole attrarre, allora ne facciamo sinceramente, volentieri a meno. Che l’automobilismo resti uno sport per vecchi nostalgici con negli occhi ancora il duello di Digione di oramai più di quaranta anni fa!

Rodolfo Intelisano

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