1 agosto 1976 il giorno nero di Niki Lauda raccontato da Daniele Audetto

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

Il primo agosto 1976 è una data destinata a restare impressa nella storia della F.1. Dopo 47 anni il ricordo di quel giorno e di quel periodo storico è qualcosa che fa ancora venire la pelle d’oca.

Accade quando a tavola incontri Daniele Audetto e i ricordi fanno un salto all’indietro, a una serie di avvenimenti che chi li ha vissuti li ha ancora impressi nella mente. “Mi sembra ieri – attacca il manager ligure – ma ho tutto ancora ben in mente. Se faccio un passo indietro, torno a fine stagione 1975. Montezemolo lascia la Ferrari per passare ad altro incarico e mi propone di sostituirlo come DS a Maranello. Lo ringrazio, accetto, parlo con Enzo Ferrari ed entro in squadra. Lauda è il computer, quello del linguaggio secco. Non ci prendiamo molto bene all’inizio, teme che io possa fare preferenze con Clay Regazzoni, col quale ho un ottimo rapporto. Ma poi questo si smussa nel tempo. E’ una stagione folle, in Spagna la McLaren di Hunt viene squalificata per le misure della macchina, poi c’è il caso delle benzine, noi che in Inghilterra finiamo in un incidente coi due piloti. Insomma, non c’è da annoiarsi, anche perché ci pensa Enzo Ferrari a dare la sveglia a tutti”.

Si arriva quindi al Nurburgring, piove, pista pericolosa, contestata da alcuni. Niki è in testa alla classifica, chiede di non correre perché le condizioni sono difficili: “Ci fu un briefing molto acceso: da un lato gli inglesi con Hunt, dall’altro noi con altri. Alla fine si decidono per fare la gara. Bernie Ecclestone ha venduto i diritti TV e vuole intascare i soldi che vanno divisi con le squadre inglesi. Sta prendendo forma la sua visione della F.1 del futuro”.

Si corre, Niki ha un grave incidente e poi che succede? “Succede che dal box non avevamo immagini tv, solo comunicazioni sporadiche via radio dei commissari. C’è confusione, non sappiamo nulla. Poi arriva l’ambulanza, vedo Niki col volto insanguinato, sento Merzario che mi dice cosa successo e che mi fa capire che non se la caverà. Portiamo Niki in elicottero all’ospedale di Adenau, il più vicino, ma qui capiscono che è troppo grave e decidono di portarlo a Ludwigshafen. Ma qui le ustioni sono davvero gravi e sanno che più di tanto non possono fare.

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