W SERIES, DONNE AL VOLANTE…

Testo e foto MARCO FERRERO

Meglio premettere e precisare, prima di essere mandati a prescindere in malora da qualche esponente femminista che potrebbe fraintendere il titolo dell’articolo, che l’oggetto della dissertazione non vuole essere l’ennesima critica od insinuazione, in tutta onestà talora giustificata e talora no, sulle capacità di guida delle rappresentanti del sesso femminile, bensì, al contrario, una valorizzazione della W Series, il neonato campionato riservato a pilotesse. 

Nata quest’anno come evento “collaterale” al DTM, di cui condivide i primi due terzi il calendario di gare, Hockenheim (03-05/05), Zolder (17-19/05), Misano (07-09/06), Norisring (05-07/07), Assen (19-21/07), Brands Hatch 10-11/08), la serie sembra essere partita con il piede giusto, con venti pilotesse allo start (diciotto in pista più due “riserve”), un numero assolutamente di riguardo, e con gare che sinora si sono rilevate decisamente interessanti e combattute; la dotazione “tecnica”, vetture, gomme e quant’altro, è uguale per tutte le partecipanti, e la differenza è data dalla capacità individuale di guida e da quella del team di supporto. 

 

Le vetture, tutte uguali, sono monoposto Tatuus di F3, equipaggiate da un propulsore di 1,8 litri turbocompresso in grado di erogare 270 cavalli di potenza, un peso minimo con pilota di 650 kg. e dotate di gommatura della Hankook, freni Brembo, elettronica Magneti Marelli e cambio a 6 rapporti, parimenti uguali per tutte le partecipanti; una particolarità: le “colorazioni” delle vetture disponibili sono cinque. Le gare hanno una percorrenza di 30 minuti più un giro, quindi tali da consentire diverse strategie. 

Il montepremi previsto per il campionato è pari a 1,5 milioni di Euro, di cui 500.000 per la vincitrice.
A maggior chiarimento va evidenziato come non si tratti di una formula puramente promozionale o di un “riempitivo” ad un evento più importante; al via vi sono ragazze che possono vantare già dei palmarés di tutto rispetto, a partire, tanto per citare solo un esempio, da quella Fabienne Wohlwend che lo scorso anno si è laureata sul circuito di Monza campionessa del mondo del Challenge Ferrari, per un totale di venti iscritte, un numero notevole e certamente superiore a quello del Porsche Carrera Cup France o del Campionato delle Audi R8 che parimenti hanno affiancato il DTM a Misano. 

 

 
Il risultato della gara sul circuito romagnolo, per dovere di cronaca, ha visto la vittoria di Jamie Chadwick, davanti a Beitske Visser ed a Fabienne Wohlwend; per effetto di questo risultato, l’attuale classifica generale vede al comando la stessa Jamie Chadwick (due vittorie e un secondo posto in tre gare) con 68 punti, seguita da Beitske Visser con 55 punti davanti a Marta Garcia, più staccata con i suoi 35 punti. 

Con ancora metà campionato da disputare tuttavia la britannica sembra avere un qualcosa in più rispetto alle dirette contendenti, tra cui la sola Beitske Visser sembra al momento reggere il passo della capofila.
Detto con la massima franchezza, e non è piaggeria (a conforto delle esponenti femministe di cui sopra che approcciano l’articolo), per quanto potuto rilevare da una passeggiata nel backstage dei paddock di Misano, è un vero peccato che a questo campionato venga data così poca attenzione; I riscontri che si sono potuti percepire sono più che positivi, sia lato “pubblico”, che ha manifestato ammirazione ed interesse per questa vera e propria novità, sia lato “media”, il cui interesse è stato parimenti ed equamente suddiviso tra le prestazioni che le ragazze in pista hanno espresso e l’aspetto estetico delle giovanissime protagoniste, talora più che paragonabile a quello di una pin up o di quelle fanciulle che sullo schieramento di partenza reggono il cartello col nome del pilota. 

Se, per quanto espresso, a qualche femminista, sia chiaro, con tutto l’affetto che ho per loro, rimane il dubbio che la parte maschilista di chi scrive abbia preso il sopravvento, prendo a testimone qualche immagine delle protagoniste presa prima della gara, ben disponibile a farmi mandare in malora se non si vuole condividere l’approccio che queste ragazze, oltre che brave, sono anche veramente belle!

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