WEC 2024, IL RECORD DI HYPERCAR LANCIA UNA SERIE MAI COSI’ RICCA

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Dopo la 24 Ore di Daytona IMSA, gustoso antipasto di una stagione che si presenta avvincente, con la vittoria della Porsche davanti alla Cadillac e la buona prestazione delle debuttanti BMW, è giunto, finalmente, il momento dello start del WEC, il World Endurance Championship.

L’edizione 2024 del campionato, il dodicesimo della serie così come lo conosciamo oggi, è sicuramente la più ricca della storia delle competizioni per vetture Sport Prototipo, e ciò vale anche considerando il periodo d’oro degli anni ’60 – ’70, in termini di partecipazione di case costruttrici; sulle 37 vetture che sono state ufficializzate alla partenza del campionato, nella classe regina, quella delle Hypercar, sono presenti la bellezza di 19 vetture, schierate da 12 team, il tutto a rappresentanza di 9 costruttori.

Valentino Rossi dalla M4 GT passerà presto alla serie maggiore

 

Persa la Glickenhaus, saranno Alpine, BMW, Cadillac, Ferrari, Isotta Fraschini, Lamborghini, Peugeot, Porsche, Toyota, in rigoroso ordine alfabetico, ed i loro equipaggi a sfidarsi per i titoli 2024 in un campionato ad oggi impronosticabile; uno dei pregi della serie è quello dell’equilibrio, magari non troppo presente nel passato, ciò anche favorito dall’applicazione del Balance Of Performance che, almeno nelle intenzioni, ha lo scopo di livellare le prestazioni e garantire che vi sia una vettura dominante.

Anche la classe LMGT3, quella che ha sostituito la categoria LMGTE, appare parimenti ben rappresentata in quantità e qualità, con 18 vetture a rappresentanza di 9 case costruttrici diverse, nel dettaglio Aston Martin, BMW, Corvette, Ferrari, Ford, Lamborghini, Lexus, McLaren, Porsche.

Toyota squadra da battere nel 2024

Per mantenere il numero di vetture presenti in pista si è dovuto rinunciare, peccato, alla presenza delle vetture di classe LMP2, che come nel passato si sarebbero schierate con non meno di 20 macchine, ma a questo punto la gestione di circa sessanta vetture contemporaneamente in pista sarebbe risultata alquanto problematica; come si diceva un peccato, in quanto la competitività della categoria è fuori luogo, e le gare sarebbero state ancor più combattute.

Se poi vogliamo aggiungere una nota nostalgica, così come negli anni ’70 c’erano le tre litri, le due litri e le Gran Turismo, le LMP2 avrebbero nell’immaginario (e non solo) rappresentato quella categoria intermedia che quest’anno verrà a mancare.

Porsche ha vinto a Daytona con la versione idonea alle corse USA

Il tutto con un calendario che quest’anno è stato reso strutturalmente più “importante” dall’ampliamento dello stesso agli otto appuntamenti quali di seguito elencati:

Prologo – Qatar – 24-25 febbraio,

Round 1 – Qatar 1812 km – 2 marzo,

Round 2 – 6 Ore di Imola – 21 aprile,

Round 3 – 6 Ore di Spa-Francorchamps – 11 maggio,

Round 4 – 24 Ore di Le Mans – 15-16 giugno,

Round 5 – 6 Ore di San Paolo – 14 luglio,

Round 6 – Lone Star Le Mans USA – 1 settembre,

Round 7 – 6 Ore del Fuji – 15 settembre,

Round 8 – 8 Ore del Bahrain – 2 novembre.

Ultimo, ed altrettanto importante, elemento che evidenzia la ricchezza del campionato è rappresentata dai protagonisti in pista; veramente difficile, anche a confronto con il passato, trovare in un campionato un così elevato numero di top drivers. Scorrendo le liste dei teams è agevole dedurre che ciascuna casa sia seriamente intenzionata a puntare al titolo, e questo fa preludere a gare entusiasmanti ed equilibrate.

Che dire, in cinque anni o giù di lì la serie è passata dalla sua chiusura definitiva ad essere probabilmente il campionato più prestigioso del motorsport; non resta che attendere l’accensione della prima luce verde della stagione, che scatenerà una lotta avvincente per la vittoria finale.

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