DTM, UN 2020 CON LO SGUARDO AL FUTURO

Testo e foto MARCO FERRERO:
Grandi novità per il DTM per la stagione 2020, in particolare per quanto riguarda il calendario; come ormai noto, la tappa italiana della prossima stagione non avrà luogo sul circuito “Marco Simoncelli” di Misano ma si svolgerà, debutto assoluto per la serie, sul “Tempio della velocità” di Monza, teatro ideale per scaricare i 600 cavalli di potenza che questi bolidi sono in grado di erogare.
Un calendario, quello del 2020, strutturato sulle 10 prove di Zolder (24-26/04), Lausitzring (15-17/05), San Pietroburgo (29-31/05), Anderstorp (12-14/06), Monza (26-28/06), Norisring (10-12/07), Brands Hatch (22-23/08), Assen (04-06/09), Nurburgring (11-13/09), per chiudere ad Hockenheim nel weekend del 02-04/10; anche quest’anno una serie che si snoderà su alcuni dei più importanti tracciati europei, con una varietà che andrà da circuiti superveloci ad altri decisamente più “guidati”.
In merito alle novità riguardanti i circuiti, interessante il rientro della Russia, che darà modo all’ Igora Drive di presentarsi al pubblico del DTM dopo l’ultima gara del 2017, e l’apertura delle “ostilità” a Zolder in luogo di Hockenheim, che avrà una sola gara invece delle due corse nelle ultime edizioni, senza dimenticare l’altro debutto assoluto per la serie, quello del tracciato svedese di Anderstorp. Lo spostamento da Misano a Monza, a parte il fascino che questo abbinamento possa generare, pare sia stato generato dalla poca affluenza del pubblico sul tracciato romagnolo; per certi versi un peccato, in quanto il tracciato di Misano esaltava queste vetture.
Anche quest’anno, al DTM saranno abbinate serie di contorno non meno interessanti quali la W-Series, la Porsche Carrera Cup Francia e Benelux, la Lotus Cup Europe, ed altre ancora, per non dimenticare, ultima ma certamente non meno importante, il DTM Tourenwagen Classic, che riporta in pista le vetture che una trentina d’anni fa fecero nascere questa serie e la resero celebre al grande pubblico.
Un 2020 che, per quanto dichiarato, sta già preparando il suo futuro di breve – medio termine, laddove in capo ad una paio di anni la serie potrebbe vedere la partecipazione di vetture mosse da motori elettrici; il concetto vedrebbe, per quanto si sta ragionando, in pista vetture munite di batterie “convenzionali” piuttosto che altre che trasformano l’idrogeno in energia elettrica, capaci di una potenza tale da sfiorare in alcuni attimi i 1.000 cavalli ed in grado di raggiungere i 300 km/h.
Certamente, dopo l’uscita dell’Aston Martin (e lo scorso anno della Mercedes), solo Audi e BMW non sono sufficienti a garantire alla serie quell’appeal che comunque merita; necessario, per evitare di ricadere nella crisi di una quindicina di anni fa, attirare nuove case ed allargare il campo a più case, e chissà che in tal modo non si riesca a stuzzicare l’interesse di qualche casa per una partecipazione od un ritorno, e d’altro canto appare evidente come il confronto tra vetture alimentate a combustione tradizionale ed altre ad energia alternativa diverrà prima o poi inevitabile. Chi per primo riuscirà in questa sfida ne trarrà, in termini di immagine, un vantaggio non indifferente.
Come ovvio, una sfida tutt’altro che semplice, e che non può prescindere da tre fattori basilari:- una fattibilità tecnica, da un canto certamente ottenibile, ma che dovrà essere saggiamente bilanciata su quali sono i requisiti che un campionato impone,- una corretta sostenibilità finanziaria, basata su nuove regole che dovranno, compito non questo a prima vista agevole e scontato, essere condivise tra le case,- l’interesse da parte delle case, dei tifosi e degli sponsor; ogni cambiamento dovrà essere mirato al beneficio dello sport e di chi sarà attore attivo o passivo sella serie. Se una visione comune verrà condivisa allora una via potrà essere trovata.
In attesa di questo salto di qualità, per certi versi epocale, del DTM, tutti pronti a godersi lo spettacolo di quanto il 2020 andrà a proporci.
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