FORMULA 1 HISTORIC MONTECARLO, ARRIVEDERCI AL 2026

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Uno degli appuntamenti clou che gli appassionati attendono con trepidazione è certamente il GP Historic di Formula 1, che si svolge ogni due anni, a Montecarlo, su quello stesso tracciato che ospita a pochi giorni di distanza il Gran Premio valevole per il Campionato del Mondo di Formula 1 di oggi.

Un appuntamento impedibile, dato che sul tracciato stradale monegasco si sono radunate, per l’edizione 2024, per una kermesse che non è solo una parata ma vede le vetture impegnate in una gara vera e propria, un numero superiore alle duecento vetture, a copertura di un secolo di automobilismo sportivo (la vettura più “datata” iscritta era una Bugatti del 1927), ovviamente raggruppate per fasce di “età”.

 

Un’occasione unica per rivedere auto della cui esistenza magari ci eravamo scordati, che talora hanno presenziato a pochi gran premi o che non hanno brillato per i risultati ottenuti, modelli le cui forme, su cui i regolamenti erano meno restrittivi, talora ardite, aerodinamicamente caratterizzate e diverse le une dalle altre, erano chiaramente identificabili le une dalle altre.

Un’opportunità per rivedere in pista gloriosi pezzi di storia, modelli di Ferrari, March, McLaren, Tyrrell, Lotus, Brabham, Tecno, Ensign, Wolf e tante altre, tutte ancora riportanti sulle fiancate i nomi dei piloti che le avevano condotte, tutte ancora performanti oggi come decenni fa; un weekend che non ha potuto che suscitare nostalgia in tutti coloro i quali hanno qualche anno (e qualche capello bianco) in più, e tanta ammirazione nelle giovani generazioni che quelle auto le hanno viste solo in immagini televisive di repertorio.

 

Storia non solo nelle vetture ma anche nei piloti, in quanto alla folta schiera di gentlemen drivers e di fortunati (e facoltosi) possessori di questi gioielli talora si sono potuti incontrare anche piloti che quei tempi li hanno vissuti come protagonisti in prima persona, come Alex Caffi, Emanuele Pirro, Jean Alesi. Renè Arnoux, tutti a presentarsi con lo stesso entusiasmo e la stessa grinta di tanti anni fa; quest’anno, scorrendo le starting list, non risultavano grandi nomi tra gli iscritti, ma non per questo non vi è stata competizione e non vi è stato spettacolo, anzi.

Peraltro, il circuito cittadino monegasco è forse quello, per tradizione, per storia, per unicità, quello che meglio si presta a questo amarcord, a questo “ritorno al passato”, a questo ideale viaggio nel tempo che, categoria per categoria, ripercorre quasi 100 anni di gare corse su un tracciato che, forse unico al mondo, è rimasto di fatto praticamente inalterato nel tempo e non ha subito gli stravolgimenti causati dagli adeguamenti alle normative di sicurezza che via via sono state implementate.

Un weekend da gustare a 360°, sia sulle tribune sia passeggiando lungo i paddock allestiti lungo il porto piuttosto che sul marciapiede che costeggia i box, respirando l’atmosfera di un tempo, ascoltando rombi di motori che hanno entusiasmato milioni di appassionati, facendo una passeggiata lungo il tracciato, giusto per comprendere quante e quali difficoltà i piloti possano incontrare.

Tutto questo è il Gran Prix Historic di Formula 1 di Montecarlo, uno spettacolo al quale si da l’arrivederci al 2026 per un’altra esaltante edizione.

 

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