Testo e foto MARCO FERRERO
Il Supermoto delle Nazioni, massima competizione per la disciplina del supermotard, evento che di norma va a chiudere l’annata agonistica della serie, ha la non indifferente caratteristica, in questo assimilabile al trial, all’enduro (celeberrima la sua “sei giorni”) od al motocross, di essere un evento a squadre in uno sport tipicamente individuale qual è il motociclismo.
Ogni nazione schiera tre piloti, ciascuno inserito in un gruppo (gruppi 1, 2 e 3), che si sfidano in gare nelle quali vengono attribuiti punti in funzione dell’ordine di arrivo; le gare della domenica vedono in pista due gruppi (Gara 1: Gr.1 + Gr.2 — Gara 2: Gr.2 + Gr.3 — Gara 3: Gr.1 + Gr.3) contemporaneamente, ed alla fine delle manches viene scartato il risultato peggiore dei sei ottenuti dai tre centauri che hanno corso ciascuno due manches.
Alle sue origini (Il Supermoto delle Nazioni è nato nel 2003) l’evento aveva validità continentale, che si è trasformata in titolo iridato nel 2006 a seguito dell’allargamento della partecipazione ad altre nazioni anche extra europee. L’albo d’oro della manifestazione, dalla sua nascita, registra i successi di Francia (12), Italia (6) e Germania (1) così distribuiti nel tempo:
2003 Francia
2004 Italia
2005 Italia
2006 Italia
2007 Francia
2008 Italia
2009 Germania
2010 Francia
2011 Francia
2012 Italia
2013 Italia
2014 Francia
2015 Francia
2016 Francia
2017 Francia
2018 Francia
2019 Francia
2021 Francia
2022 Francia
Dando un’occhiata all’albo d’oro, molto probabilmente è ignoto ai più che l’Italia, dove la disciplina non ha, immeritatamente, il seguito che le spetterebbe, e dove il movimento sportivo appare “di nicchia”, abbia trionfato in più occasioni, anche se per risalire all’ultimo successo bisogna tornare indietro di dieci anni, un periodo che appare ormai lontano.
Da notare altresì che nei primi dieci anni della manifestazione l’Italia sia stata la nazione che ha ottenuto il successo in più occasioni, a conferma che il mondo delle “due ruote” della supermoto riscuotesse maggior successo.
Altra cosa interessante che non può essere sottaciuta è che, e chi vorrà andare a cercare negli archivi della manifestazione potrà averne agevole conferma, parte dei piloti che gareggiavano dieci anni fa sono tuttora in pista oggi, e ciò a livello non solo italiano ma europeo, segno che ad una generazione di piloti di successo non si è susseguito un ricambio generazionale.
Una disciplina relativamente giovane, che attrae per la semplicità e l’informalità del suo ambiente, che regala gare emozionanti, una disciplina non “ricca” (e per questo forse poco valorizzata) che, come tale, fa emergere la passione, una disciplina legata a quel mondo delle due ruote nella quale l’Italia ha sempre saputo esprimere talenti.