Spa, c'era una volta l'università dei circuiti. E' ancora così?

 

 

Una volta era considerata l’università delle corse, la pista più difficile con l’Eau Rouge vera palestra di coraggio. Oggi a vederli correre, dalla F.1 alla GP3, si vede che lì passano tutti in pieno. Quando una volta sentivi Senna o Prost che alleggerivano e solo all’ultimo giro di qualifica tenevano giù, oggi fin dal giro di riscaldamento li senti col gas a fondo. Sono più bravi i piloti di oggi oppure è cambiata la pista o sono le macchine migliori?

 

Secondo Daniel Ricciardo, uno dei piloti di oggi, la differenza la fanno le macchine: “Spa è ancora un circuito difficile e bello da guidare, specie col bagnato. Eau Rouge non è più il punto in cui si fa la differenza perché si passa tutti in pieno. Oggi con la F.1 è Pouhon il punto in cui se tieni giù o alleggerisci vedi i miglioramenti nei tempi. Anche la serie di curve dalla 6 alla 7 e 8, (Les Combes, ndr) con le esse veloci, serve a far capire chi guida e chi no. La pista è cambiata, ci sono più vie di fuga, ma il merito è delle macchine che hanno più carico aerodinamico, quindi diventa facile passare in pieno là dove una volta alleggerivi il gas. Ma, lo ripeto, pur essendo pochi i punti dove fare la differenza, al contrario di Montecarlo ad esempio o Singapore, chi ha feeling può farlo in un paio di punti“.

 

Quindi macchine più facili da guidare e pochi punti per fare la differenza, ma che ne pensa un pilota di ieri? Lo abbiamo chiesto a Jean Alesi, uno che Eau Rouge la faceva in pieno una volta all’anno…”Intanto non avevo una macchina bilanciata e poi ci provavo in qualifica all’ultimo giro. Non c’era la via di fuga di oggi e se sbagliavi tiravi una botta da paura, per cui era meglio non esagerare. Insomma, era tutta una questione di feeling con la zona, poi gli altri tratti erano tutti di coraggio: la macchina stava giù, ma eri al limite e con le barriere a filo ci pensavi due volte prima di fare il pirla…”.

 

Damon Hill, campione del mondo 1996, ha una sua idea: “Spa è ancora una pista bella e selettiva, non lo è più come una volta, ma resta un tracciato dove i migliori possono fare la differenza. Ai miei tempi Eau Rouge lo facevi in pieno raramente, per via delle vie di fuga inesistenti e per il fatto che le F.1 della mia epoca non avevano il carico aerodinamico e il grip di quelle attuali, infatti ora lì passano tutti in pieno. Ai miei tempi era un mix di coraggio e abilità, dove non arrivava la macchina potevi metterci una pezza, oggi il grip è tale e le vie di fuga ampie che tutti ci provano e se va male tagliano la curva.

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