L'INVIATO SUL DIVANO/Spa da grandi emozioni e ora Monza!

Finita la pausa estiva si torna sui banchi di scuola, anzi all’università dei circuiti come è considerata Spa. L’avvio del week end è partito col botto del doppio rinnovo dei piloti della Ferrari, mettendo così a tacere le varie voci circolate negli ultimi mesi. Stabilità come parola d’ordine e così sia. Hamilton centra la pole n. 68 eguagliando il record del grandissimo Michael Schumacher. Bello vedere Ross Brawn arrivare in pista e “consegnare” il messaggio di supporto e congratulazioni a Lewis da parte della famiglia di Michael. Bella la commozione negli occhi lucidi dell’inglese, emozionato per le parole della famiglia Schumacher e per aver raggiunto il record di quello che a suo dire “resterà sempre un pilota straordinario”. Bello e basta, tutto il momento, senza il bisogno di aprire per forza un paragone, un confronto, una gara al migliore o peggiore. Sciocco, per non dire ridicolo, paragonare numeri uguali a situazioni, anni, macchine, regolamenti, piloti diversi.

 

Ognuno è libero di tifare e simpatizzare per chi vuole, ma sminuire o denigrare l’uno non serve a migliorare l’altro. E spero che il concetto, espresso chiaramente anche dalla regia, sia arrivato chiaro una volta per tutte anche a quei “tifosi” che in queste ore non hanno fatto altro che insultare Hamilton, reo di aver raggiunto Schumi con il numero di pole: si paragonano numeri e record, non persone.

 

Vincere a Spa ha sempre un qualcosa di speciale” dicono da sempre i piloti, questo è il circuito dove emergono i grandi, e Lewis ha dato dimostrazione per l’ennesima volta di grandezza.

Un premio va dato comunque a Daniel Ricciardo, non solo per essere in grado di intrufolarsi ovunque e di tirare fuori dal cilindro podi impensabili, ma anche e soprattutto per averci regalato 5 minuti di show epico mandando a quel paese , (anche se lui l’ha definito in modo più specifico) il compagno di squadra Verstappen in mondovisione. Se non ci fosse Ricciardo bisognerebbe inventarlo, è ufficiale. Il suo “parli italiano? No e allora vaff…” con risate annesse è da antologia delle comiche.

 

Come del resto è ufficiale che Alonso, con i suoi team radio, tiene svegli tutti gli appassionati che magari potrebbero essere vittime dell’effetto post pranzo domenicale; riesce a finire una gara su dieci, alla guida di un incubo giapponese, ma non finisce una gara senza un team radio degno di nota. Ma se diciamo Spa 2017 c’è solo un’immagine che resterà senza dubbio stampata nei cuori di tutti, senza differenza di tifo: Mick Schumacher, figlio del Kaiser SCHUMI, al volante della Benetton del padre. A 25 anni dalla vittoria di Michael a Spa, Mick ha fatto un giro di pista a bordo della stessa vettura con cui il padre ha vinto ed indossato per l’occasione un casco che per metà riproduceva i colori di Michael. Per chi ha seguito, amato ed osannato Michael è impossibile trovare le parole per raccontare le emozioni. Ma si volta pagina, si arriva a Monza, si gioca in casa. Qualcosa di impossibile e bello da descrivere, unico nel suo genere perché Spa è Spa, ma vuoi mettere Monza e l’odore di casa?

 

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