L'INVIATO SUL DIVANO/ Ferrari, una rottura continua…

La Malesia dice addio alla Formula Uno con un’ultima edizione abbastanza memorabile tra caldo torrido, secchiate d’acqua e momenti topici. La gara sembra già decisa il sabato, quando alla fine delle Libere 3 il motore della macchina di Vettel deve essere di colpo cambiato. Colpa di Singapore? Colpa di quel botto in partenza, che forse andava evitato calcolando che in ballo c’è il mondiale, se il motore di Vettel ha ceduto di colpo? O forse è stato solo un azzardo non omologare subito il nuovo pacchetto e montarlo già dal venerdì?

 

Una risposta ben chiara non ci viene data, si preferisce concentrarsi sul lavoro da svolgere in solo 2 ore e restare sul vago su quelle che possono essere le cause del crollo. I ragazzi fanno il massimo per sistemare la macchina per la qualifica e quando scatta il semaforo verde la vettura sembra pronta e perfetta. Appunto, sembra. Nemmeno pochi secondi e la macchina di Vettel viene riportata ai box. Dalla regia non sanno spiegarsi e spiegarci l’accaduto; si parla di mancata potenza del turbo, di errori di montaggio, ma per avere qualche risposta un pochino più chiara dobbiamo aspettare qualche ora: nessun errore del team, alla faccia di tutti quelli che in poco tempo hanno puntato il dito sull’incapacità delle persone che lavorano ai box,  semplicemente la rottura di una componente del motore. Due sfighe in due ore, mica male per essere solo sabato.

 

Per fortuna la macchina di Kimi si piazza in prima fila accanto alla pole di Hamilton, pensano i Ferraristi intenzionati a vedere il bicchiere mezzo pieno, peccato che nel giro di schieramento il bicchiere non solo si svuota, ma si rompe proprio, e con loro tutte le speranze. La macchina di Kimi viene accompagnata ai box a pochi secondi dalla partenza e da lì non uscirà più. Vettel parte ultimo, Kimi, che avrebbe dovuto salvare la situazione, nemmeno riesce a partire, che dire, diteci dov’è la telecamera e gridate “siamo su scherzi a parte”. 3 rotture su 2 macchine diverse in 2 giorni. Qualcosa che non va direi che c’è.

 

Durante la gara ci hanno detto che i problemi sulle due macchine sembrano simili, ovviamente ad un primo controllo superficiale e che non sanno spiegarsi l’accaduto. Difficile dare risposte in così poco tempo, è comprensibile, però da casa, oltre ai mille complimenti ripetuti in modo quasi ossessivo per la rimonta di Vettel, assolutamente meritatissimi, ci piacerebbe anche capire perché siamo qui a gioire di una rimonta che si ferma al quarto posto quando avremmo potuto festeggiare una vittoria netta. L’unica cosa certa è che la macchina di Kimi non ha subito modifiche dal sabato alla domenica visto che era in parco chiuso, quindi la domanda sorge spontanea: come può una macchina che si dimostra velocissima il sabato, non riuscire nemmeno a partire la domenica? Perché di colpo cosi tanti problemi in un weekend che avrebbe potuto essere un doppietta rossa, vista poi la gara straordinaria e i tempi fatti segnare da un grandissimo Vettel in gara?

 

La Ferrari era la macchina migliore in Malesia, lo dicono i tempi e lo ammette la stessa Mercedes, Vettel ha fatto una gara da vero campione con sorpassi e lotte bellissime, nulla da dire,  ma il risultato finale è che Lewis guadagna altri punti su di lui anche se pochi per fortuna (e per questo dobbiamo ringraziare quello che in tanti definiscono “Bimbominkia” ma che in realtà domenica ha messo a tacere tutti con una gara strepitosa). Mancano 5 gare alla fine del mondiale e la matematica dice che l’impresa è ancora possibile, durissima, ma possibile. Lottare per un mondiale significa anche spingersi oltre e a volte rischiare un po’ l’affidabilità alla ricerca delle prestazioni, lo sappiamo, e di certo non si può fare una colpa alla Ferrari se sta lottando e provando in tutti i modi a portarsi a casa questo Mondiale, ma di sicuro bisogna trovare il modo di vedere di nuovo il traguardo, se vogliamo guadagnare punti.

 

Certo che se poi a gara finita,nel giro di rientro, ti fai distruggere la macchina mettendoti a rischio penalità nel prossimo gp per la sostituzione del cambio, allora un pochino forse anche i piloti non aiutano. Premettendo che Stroll avrebbe dovuto stare più attento, ma possibile che ultimamente Vettel non riesca a pensare che sta lottando per il titolo e non riesca a stare lontano dai guai? ( e se pure Carlo Vanzini arriva ad ammetterlo, direi che siamo quasi al limite del surreale). Capibile lo stress del momento, ma che senso ha continuare a spingere quando tutti stanno procedendo a passo di lumaca salutando il pubblico, stare così vicino ad una macchina e mettersi pure a superarla? Vettel non ha colpe per l’incidente, come non le aveva a Singapore, ma un campione dovrebbe tenere i nervi saldi anche in questi momenti, o meglio, soprattutto in questi momenti, ed evitare di cercarsi guai, considerando che già ce ne sono abbastanza. Sfiga e problemi l’hanno fatta da padrone per la Ferrari, rendendo vita facile sia a Mercedes che Red Bull, ma la macchina c’è, aspettiamo a parare a lutto le vie di Maranello, nessuno si è arreso e se a noi non è dato sapere cosa sia successo, ci auguriamo che almeno a loro sia chiara la natura di quanto accaduto in questo weekend amaro, in modo da poter vedere tra solo 4 giorni entrambe le vetture lottare per una mondiale che sta diventando sempre più avvincente.

 

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