GP Ungheria 2017: la forza mentale e strategica della Ferrari

Budapest, giovedì sera. I meccanici della Ferrari sono ancora nei box fino a tardi perché stanno montando alcuni particolari dopo che le verifiche tecniche avevano dato indicazioni precise. Qualcuno smoccola, qualcun altro è stanco ma alla fine, verso le 23, si torna in hotel. Venerdì mattina, arriva una cassa bella grande con pezzi dall’Italia. Due settimane prima era accaduto lo stesso a Silverstone. Si prova, qualcuno dice che le modifiche non funzionano.

Sabato mattina, altri pezzi dall’Italia, altro lavoro ai box e poi doppietta rossa in prova: primo Vettel secondo Raikkonen. Come dire che chi ha pronosticato difficoltà ha toppato clamorosamente.

Dopo che la FIA ha ripreso la Ferrari per il fondo, limitandone la flessione, a Maranello sono stati capaci in meno di tre settimane di portare un altro paio di fondi, che alla fine, dove conta il carico massimo (come a Budapest) ha dato vigore alla Ferrari.

Come dire che a Maranello non hanno dormito, perché se hanno usato un fondo con una certa flessione, avevano anche anticipato eventuali interventi della federazione, e lo dimostra il fatto che dal momento in cui la FIA ma inviato i chiarimenti e le modifiche e al momento in cui la rossa ha portato non uno ma due tipi di fondo, segno che in ufficio qualcuno non solo aveva capito il da farsi, ma aveva anche programmato le contromosse nel caso qualcuno avesse avuto da ridire.

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