GP Malesia la video analisi della redazione

 

 

Max Verstappen si è fatto un regalo di lusso per i suoi vent’anni, festeggiati nel weekend di gara a Sepang: l’olandese della Red Bull ha colto la sua seconda vittoria in carriera nel Gran Premio della Malesia, alla sua ultima edizione. Agevolato da una convincente RB13, Verstappen ha sopravanzato Lewis Hamilton nelle prime fasi della corsa, e ha poi gestito il vantaggio senza alcuna sbavatura. Una vittoria, questa, che oltre ad impreziosire il palmares di Verstappen rappresenta anche un favore a Sebastian Vettel: l’olandese, infatti, ha strappato sette punti al leader della classifica mondiale.

Certo, le 34 lunghezze di vantaggio di Hamilton su Vettel – una vittoria e mezza, in pratica – a cinque gare dalla fine riducono le speranze mondiali del tedesco ad un lumicino. A conti fatti, però, sarebbe potuta anche andare peggio: Vettel, infatti, è dovuto scattare dal fondo della griglia per un problema al turbocompressore della sua SF70H. La sua ottima rimonta fino al quarto posto è stata agevolata dalla performantissima SF70H, la miglior monoposto del lotto in Malesia. Proprio la competitvità della Rossa a Sepang genera inevitabilmente dei rimpianti: se non fosse stato per l’affidabilità, la Ferrari avrebbe potuto totalizzare una doppietta.

La realtà, invece, è stata molto più dura: Kimi Raikkonen, infatti, non ha nemmeno preso il via del Gran Premio. Il finlandese si è accorto di un problema alla power unit nel giro di installazione. I tentativi di verificare l’inconveniente in griglia sono stati vani, e la SF70H è stata riportata mestamente ai box. Peccato, perché Raikkonen avrebbe potuto fare da scudiero a Vettel, tentando l’assalto ad Hamilton. L’inglese, dal canto suo, ha pensato da ragioniere, come avrebbe fatto Niki Lauda, concentrandosi sul racimolare punti importanti per il titolo, anziché incaponirsi sulla vittoria. I mondiali, quando si è in testa alla classifica, si vincono anche così. 

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