CONTROVENTO/Un Vettel da reazione puerile

 

Sono stato volontariamente fuori dalle diatribe relative all’ultimo GP un po’ perché non l’ho visto in diretta, e poi perché in fondo tutto il diavolo a quattro che è successo, un po’ di rimescolamenti li ha portati. Stavolta, almeno, chi ha avuto la fortuna di essere davanti al televisore non è stato assalito dal solito abbiocco post prandiale. Certo è che correre in una pista con quelle caratteristiche non è veramente il massimo. Il primo punto da affrontare è se bisogna per forza correre con soluzioni che non appaiono il massimo in termini non solo di sicurezza ma anche di regolarità sportiva. Nella mia lunga carriera ho visto la Formula 1 correre nel parking dell’hotel  Cesar Palace di Las Vegas oppure una gara IMSA nel parcheggio dell’ippodromo Bing Crosby di La Jolla San Diego, California. Tra l’altro con Jean Alesi al debutto con la Ferrari F 40.

 A sinistra Vettel (Foto Ansa) sopra il contatto con Hamilton (Yahoo.it)
 

Il livello della Formula 1 non dovrebbe concedersi queste cadute di stile, però, considerato che chi gestisce adesso il Circo sono americani, il rischio di trovarci altri parcheggi trasformati in Circuiti, mi pare non trascurabile. Se veniamo ora ai piloti, la querelle tra Hamilton e Vettel, ha preso un sacco di spazio nella comunicazione e soprattutto furibondi messaggi sui social. Il mio parere su Vettel l’ho già espresso all’inizio della  mia collaborazione con RMCmotori, e cioè che Vettel sia un pelino inferiore ad Hamilton. Per questo mi sono preso qualche sana contestazione dei tifosi più ortodossi di fede Ferrari che mi hanno rappresentato il loro ferreo dissenso sui miei commenti.

Baku è proprio l’esempio di quello che dico io. A Seb, sono girate, nel momento della manovra, definiamola “difensiva” del pilota Mercedes. Ma la reazione è stata puerile. Non si può reagire in quel modo. Si passa automaticamente dalla parte del torto. E’ proprio questa mancanza di maturità a farmi dire che il tedesco ogni tanto cade vittima del proprio carattere e paga dazio. Proviamo a pensare quello che è successo a Rosberg lo scorso anno ad Abu Dabi. Era l’ultima gara, nella parte finale, Hamilton davanti a lui ha iniziato a rallentare per fare in modo che Vettel e Verstappen andassero a prendere il tedesco, in modo da metterlo in difficoltà, con un secondo posto Rosberg avrebbe vinto il mondiale, con un quarto posto il titolo sarebbe toccato a Lewis. Dunque niente di meglio che provare a far risalire appunto Vettel e Verstappen, e sperare che i tre dietro a lui si ingarellassero. In effetti al traguardo Vettel è arrivato a 4/10 e Verstappen a 1.2 sec dal tedesco.

Dimostrazione di totale cinismo da parte di Hamilton nei confronti del compagno di squadra. Che ha fatto Rosberg? Ha mantenuto la calma ed ha portato la vettura al traguardo nella posizione, cioè secondo, che gli ha fatto vincere il suo primo titolo Mondiale. Nervi saldi a bocce ferme.

Ora se Vettel vuole vincere il mondiale, risultato che è nelle sue corde tecniche, deve migliorare sul piano del carattere.  Arrivabene dovrà fare un lavoro di consolidamento psicologico importante.

Perché Hamilton, non mollerà nel mettere in campo tutte le sua abilità di guida ma anche le provocazioni di stile kartistico che contraddistinguono il suo bagaglio professionale. Proprio per innervosire l’avversario, che lui sa essere debole su questo piano. Sarà una bella lotta, non solo tecnica, ma anche, ed io penso, soprattutto di nervi.

Seb, fai una bella chiacchierata con Nico !

 

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