Bonus-Malus emissioni, De Vita: «Il Governo corregga un errore madornale»

 
L’emendamento approvato dalla commissione Bilancio della Camera, che prevede una tassa d’immatricolazione o un incentivo all’acquisto di vetture secondo il loro livello di emissioni sta facendo molto discutere. Per capirne di più, ne abbiamo parlato con il nostro editorialista, Enrico De Vita.

 

«Il primo nodo riguarda la definizione del termine inquinamento o per contrasto quella di auto green – spiega De Vita -. Si ha l’impressione che i nostri amministratori non abbiano ben chiari i concetti. Si parla di inquinamento e si cita la CO2, poi i sindaci bloccano la circolazione e tirano in ballo il PM10, infine stampa e ambientalisti si appellano agli NOx, e criminalizzano il diesel. Parlare di inquinamento e citare la CO2 è sbagliato, anche se è doveroso limitarla, perché significa risparmiare petrolio. La CO2 è un gas ad effetto serra: viene emesso dai motori, e non è un veleno per l’uomo. È un gas che trattiene al suolo, sulla superficie terrestre, i raggi del sole e riscalda il nostro Pianeta. Non ha nulla a che vedere con quello che si intende normalmente per inquinamento, cioè gas nocivi per l’uomo che incombono sulle città, che avvelenano l’aria e che vanno ridotti al minimo. Misurare la CO2 emessa da un motore non è altro che un metodo scientifico per valutarne i consumi».

 

 

«L’emendamento alla legge di Bilancio è stato inserito per colpire le emissioni di CO2, ovvero per ridurre i consumi di benzina, di gasolio e degli altri combustibili di origine fossile, ma sui giornali si parla genericamente di lotta all’inquinamento. Il dramma italiano è che non si distingue fra i due termini, e si ingenera confusione.

 

In secondo luogo, questo emendamento vorrebbe colpire chi consuma di più attraverso il valore di CO2 registrato all’atto della omologazione. Come se la guida reale fosse una fotocopia del ciclo di omologazione, come se non avessimo già in Italia il sistema più vero, e se vogliamo più equo, per tassare chi consuma di più. E l’accisa sulle benzine e sul gasolio che vale oltre il 60% del prezzo alla pompa di questi due combustibili e che è da sempre il vero spauracchio/incentivo a consumare meno. Noi siamo già spaventosamente i più severi d’Europa nel limitare la CO2 dei motori: chi consuma una goccia di gasolio o di benzina in più viene tassato, spaventosamente e ogni volta che fa rifornimento. Il provvedimento varato alla Camera, probabilmente senza l’avallo del Governo, vorrebbe invece tassare pesantemente alcune vetture all’immatricolazione prima ancora che facciano il pieno di carburante e, di converso, premiarne altre solo perchériescono a dichiarare consumi teorici spesso molto ottimistici. Il tutto su un valore tutto da dimostrare, tutt’altro che reale».

 

«L’emissione di C02 che viene dichiarata oggi è calcolata con un certo percorso sul banco prova. In passato si usava il ciclo Nedc, adesso si adopera il Wltp. C’è una differenza tra i due, ma entrambi i cicli danno luogo a valori di consumo (quindi di CO2) alquanto bassi, perché le potenze in gioco sono limitate. Il ciclo Nedc durava 20 km, utilizzava circa una ventina di cavalli di potenza, e aveva una velocità media di 34 km/h. Il Wltp sale come velocità a 46,5 km/h e richiede una potenza intorno ai 30 CV. È chiaro che chi ha una vettura moderna da più di 100 CV non viaggia utilizzando potenze così limitate. Il parametro CO2 che si intende utilizzare per tassarle all’acquisto èun parametro che non ha nulla a che vedere con i reali consumi di queste vetture, perché basta adottare un sistema ibrido per far risultare dimezzata la CO2».

 

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