Autovelox, l’ultimo caso di vessazioni arriva da Ameglia

 

 

L’ennesima vicenda legata a multe comminate a raffica dovute alla presenza di un autovelox con annessi automobilisti imbufaliti arriva da Ameglia, in Liguria. Solo da settembre 2016 ad oggi sono state comminate oltre 10.000 sanzioni, e molti utenti si sono visti recapitare molteplici verbali; merito dei due autovelox e del t-red piazzati tra il ponte della Colombiera e Fiumaretta nella città nello Spezzino.

C’è stato spazio per diversi primati: «Ho “beccato” due multe da 188 euro in un minuto, credo sia un record, ma cartelli di avviso non c’erano», ha spiegato al Secolo XIX Gino Bertonelli, uno degli automobilisti sanzionati. «Per me sei sanzioni in 10 minuti: cercavo di recuperare il cane impaurito avanti e indietro in strada. Ho solo mille euro di pensione al mese, vergognoso, inammissibile pensare di dover pagare», spiega Sauro Fonti, ex palombaro.

I cittadini di Ameglia non l’hanno presa bene: sono scesi in piazza contro questo autovelox.

 

Il Comune ha inviato oltre 15.000 multe tra i 47 e i 188 euro: c’è anche chi ne ha prese 20, 30, fino a 80 e ora rischia di perdere la patente.

«A creare scompiglio sono stati due autovelox e un t-red – spiega il nostro editorialista, Enrico De Vita, ai microfoni di Elena Carbonari su Isoradio -. Il Comune viene accusato di aver abbassato il limite a 50 km/h su una strada provinciale; la Provincia ora vuole fare ammenda e riportarlo a 70 km/h: un autogol, perché così facendo ammettono di aver commesso un errore. Per fare sicurezza, dicono loro; i residenti, invece, dimostrano che in quel tratto non avvengono incidenti da molto tempo. Non solo, ma il 30 gennaio scorso uno dei due autovelox, quello di Fiumaretta, è stato finalmente spento. E ha smesso di succhiare soldi dalle tasche degli automobilisti, in nome di una sicurezza ipocrita».

Un automobilista, però, è stato ancora più sfortunato. «Mi è stato girato un documento assurdo – spiega De Vita – inviato dal Comune di Ameglia a un dottore di La Spezia che è incappato in questo autovelox nel 2012. L’automobilista ha pagato il verbale di 184 euro per aver superato di oltre 10 km la velocità di 50 km/h, ma il Comune ha informato male il cittadino non facendogli capire che aveva 60 giorni di tempo per comunicare il nome di chi guidava, e così lui ha creduto di essere già individuabile attraverso il pagamento del primo verbale».  

«L’articolo 126bis è un’altra legge assurda. Invece di sottrarre punti direttamente al proprietario del veicolo – come sarebbe logico, semplice e privo di conseguenze – esige che questi comunichi entro 60 giorni il nominativo di chi guidava, e se non lo fa deve pagare una seconda sanzione, che oggi è diventata di oltre 284 euro. Molti utenti della strada non adempiono a quest’obbligo, non perché sono smemorati, ma perché i Comuni hanno più interesse a incamerare i soldi della sanzione (che con le spese di notifica è lievitata a 303 euro), piuttosto che comunicare al ministero i punti da sottrarre al malcapitato. E quindi troppo spesso non indicano chiaramente all’automobilista la procedura da seguire, né allegano un bollettino precompilato».

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