AUTOMOTORETRO’ E AUTOMOTORACING, ALTRO PEZZO DI STORIA DELL’AUTO CHE TORINO PERDE

Testo e foto MARCO FERRERO

 

La fine di gennaio per il mondo “auto” di Torino era uno dei momenti più attesi, laddove veniva, da ormai oltre un trentennio, svolta la tradizionale kermesse di Automotoretrò e Automotoracing; il passato è purtroppo d’obbligo, stante come nel 2023 l’evento si svolgerà a Parma Fiere ad inizio marzo, in luogo della tradizionale sede del Lingotto, sede del celebre ex stabilimento FIAT.

Una brutta, bruttissima, storia, uno schiaffo ad una città che ha visto nascere la storia dell’auto (e di cui gli stessi autori nel tempo ne sono stati, con delocalizzazioni produttive e trasferimenti di sede in “paradisi” fiscalmente più favorevoli) la distruzione, un estirparne le radici (per quanto se ne pensi, un evento è tradizionalmente legato a dove nasce, ed un’altra sede non sarà la stessa cosa), una storia di avidità dove, a quanto sembra, sarebbe stato chiesto un affitto per la location praticamente doppio di quello precedente (per capirci, già di qualche centinaio di migliaia di euro).

Il tutto con la silente (e magari compiacente) assenza di un’amministrazione comunale, che nulla ha fatto per evitare che il capoluogo sabaudo perdesse, dopo il Salone dell’Auto, anche il suo ultimo evento di storia, motori e colore dell’automobilismo, amministrazione comunale, che “strategicamente” allineata a quelle che l’avevano preceduta, caratterizzatesi in ambito “auto” per incapacità e che per la mobilità di Torino erano state solo capaci di espandere sino alla periferia le zone blu e creare una mobilità delirante (di certo fare “cassa” è più facile che gestire bene!), ha di recente ben pensato di “autocelebrare” il proprio primo anno di operato, peraltro tutt’altro che encomiabile, sperperando circa 50.000 euro dei contribuenti torinesi, denaro che, si consenta, avrebbe potuto essere utilizzato in iniziative ben più utili per la comunità.

Una scelta, quella di Beppe Gianoglio e del suo team, obbligata, quanto meno per salvare l’evento, che comunque, e non ce ne abbiano a male gli amici di Parma, non sarà, e non potrebbe esserlo, la stessa cosa in quanto, piaccia o no, l’elemento “tradizione” pesa, eccome, ed il binomio Automotoretrò / Lingotto era ormai tale da essere considerato, anche all’estero, un punto di riferimento indissolubile.

Sarebbe stato bello, come ogni anno, presentare l’evento, nell’attesa di assaporarlo nel suo contesto naturale, la storia dell’auto nella storia di uno dei suoi luoghi simbolo, ed invece siamo qui (perlomeno chi è torinese come il sottoscritto) a rammaricarci per l’ennesima occasione perduta, si spera non irrimediabilmente, per l’ennesimo pezzo di cultura e di storia che, in ossequio ad una perdita di valori sempre più ricorrente (e a quella “cancel culture” tanto cara a coloro i quali tentano di cancellare le identità culturali) diventerà “impersonale” e si trasformerà in un puro esercizio economico.

A Torino rimane ancora, almeno per ora e finché lo stesso non inizierà ad essere considerato, stante come lo stesso si stia ponendo all’attenzione per il continuo svolgersi di interessanti iniziative, come un elemento di fastidio, il Museo dell’Automobile, ultimo retaggio della storia dell’auto nel capoluogo piemontese; speriamo, toccando ferro, che a qualcuno non venga in mente, ed in fondo non ci sarebbe neppure da stupirsi troppo, qualche malsana pensata…

Poiché, però, per chi vive gli eventi di questo tipo la tradizione rimane ancora un fondamento, si vuole presentare (e ricordare) l’evento con qualche foto delle precedenti edizioni, per non dimenticare cosa lo stesso abbia sinora rappresentato; l’augurio a Gianoglio ed il suo team è di riscuotere lo stesso successo che hanno raccolto a Torino e, chissà, di riuscire in futuro a trovare qualche persona di maggior sensibilità che li supporti nel riportare la kermesse a Torino.

 

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