RICORDANDO GILLES VILLENEUVE prima parte

 Gilles Villeneuve foto tratta dal web

 

Berthierville è un piccolo centro a una quarantina di chilometri a nord est di Montreal e per arrivarci basta prendere l’autostrada che porta a Quebec City. Appena usciti c’è solo una strada che porta verso il centro, costeggiato dal fiume San Lorenzo. Sparse qua e là ci sono delle abitazioni povere, dei casolari e delle cascine. E un allevamento di polli. Nascosta dietro al cascinale dei polli, c’è una piccola casa senza recinzione. Al pian terreno, subito dopo l’ingresso, basta prendere la porta a sinistra e trovarsi in una stanza enorme dove al centro c’è un tavolo da biliardo, sulle pareti foto di corse, caccia e pesca invernale sul San Lorenzo ghiacciato.

 

Una tromba alle pareti, usata di tanto in tanto da padre e figlio. E’ lì che abita Seville Villeneuve, padre di due ragazzi: Gilles e Jacques. I sabato sera e le lunghe giornate di inverno non passano mai. Bisogna inventarsi qualcosa per trascorrere il tempo e Gilles lo ha trovato. Poco prima di arrivare all’allevamento di polli, la strada sale leggermente e fa una curva ampia in salita che chiude proprio quando arriva all’apice, quando la strada torna in piano. Gli amici di Gilles si ritrovano tutti lì il sabato sera. Perché Gilles è uno che dà spettacolo e sulle sue imprese fioccano le scommesse. Al volante di una vecchia Mustang, Gilles stupisce facendo la curva su due ruote. Applausi, birra che scorre a fiumi e risate. Il sabato sera finisce così. Con una partita a biliardo a casa di Gilles che ogni tanto suona la tromba, in malo modo a dire il vero, ma almeno ci prova. Come fa con tutte le cose della sua vita. In inverno, invece, quella strada è impraticabile. Si può percorrere solo con le motoslitte. E Gilles dà spettacolo anche con quelle. Anzi, diventa un vero e proprio campione della specialità: ha un controllo del mezzo in sbandata che altri non hanno. Sa come guidare senza vedere niente, in mezzo alla neve sparata negli occhi dagli altri concorrenti. Andare al limite, sempre più forte.

 Gilles di traverso GP Argentina 1981 (Foto Ercole Colombo)

 

Con una filosofia di vita: una volta trovato il limite, bisogna superarlo. Non arrendersi alle avversità della natura o a quelle del mezzo meccanico. Il ragazzino ha talento, ma non ha un soldo. Si inventa di tutto, ma Berthierville non è un grosso centro e bisogna gravitare attorno a Montreal e ai comuni limitrofi. Gilles incontra Johanne, si fidanza, la sposa e lei lo segue in quella pazza avventura che sono le corse americane. Fino a quando, con quattro soldi in tasca, investiti in un camper col quale Gilles trasporta tutta la famiglia sui circuiti, arriva l’occasione per mettersi in mostra. Succede a fine 1976 sulla pista di Trois Rivier. C’è l’ultima gara di F.Atlantic, una specie di F.2 nordamericana e sono stati invitati i campioni della F.1, come James Hunt e Vittorio Brambilla. Gilles vince a mani basse, stupisce per il controllo di macchina e per la guida. Hunt ne parla con i suoi alla McLaren e quando scatta il programma Marlboro per i giovani piloti nel 1977, a Gilles viene offerta la possibilità di correre il GP d’Inghilterra sulla terza McLaren. Gilles debutta a Silverstone il 16 luglio, non brilla particolarmente, ma ha lasciato il segno e torna in Canada. Ne parla, però, anche Franco Lini, giornalista ed ex ds della Ferrari, mentre tempo dopo saranno Chris Amon, ex pilota della F.1, Walter Wolf magnate austro-canadese del petrolio e un italiano residente in Canada a fare il nome di Villeneuve al Drake a Maranello, segnalando la bravura di Gilles. Ma il 1977 è l’anno del grande divorzio fra Niki Lauda e la Ferrari.

 

Dal suo eremo di Maranello il Grande Vecchio cerca un pilota per sostituire l’austriaco. Qualcuno gli ricorda il nome di quel ragazzino canadese che con le F.Atlantic andava davvero forte. Prendere uno sconosciuto, farlo girare fino alla nausea a Fiorano, renderlo un vincente. E’ la grande scommessa di Enzo Ferrari per dimostrare che è la squadra, la Ferrari, che crea i campioni e non è il pilota, in questo caso Niki Lauda, a fare grande la squadra. Gilles viene contatto per un appuntamento, Gianfranco Gozzi, segretario e qualcosa di più di Enzo Ferrari, va a prenderlo all’aeroporto della Malpensa al volante di una Fiat 132 di servizio. Gilles arriva in camica e jeans, ha una sacca che butta nel bagagliaio della macchina, si siede e si addormenta. Gozzi farà tutto il viaggio con Gilles a fianco addormentato. L’ingresso nell’ufficio di Enzo Ferrari non provoca particolari emozioni in Gilles Villeneuve. Il Grande Vecchio lo guarda, lo analizza e gli chiede: “Quanto vuole per essere felice?”. Gilles non capisce, Gozzi fa da interprete al che Villeneuve risponde con una cifra in dollari canadesi. Attimo di smarrimento, poi arriva la soluzione. Gozzi si alza, va in un altro ufficio, prende il giornale e guarda il cambio ufficiale della giornata. L’accordo è presto fatto. Gilles Villeneuve sostituisce Niki Lauda e disputerà le ultime due corse della stagione in Canada e Giappone.

Comincia l’era Villeneuve e quel 9 ottobre 1977, sul circuito di Mosport, segnerà lo spartiacque fra l’epoca pre Villeneuve, con tutto quello che c’era prima, e il dopo Villeneuve, che comincerà l’8 maggio 1982, quando Gilles morirà in Belgio durante le prove ufficiali. In F.1 niente sarà più uguale, specialmente per quei tifosi troppo vecchi per innamorarsi ancora.

 

 

Foto tratte dal Web, Actualfoto, Colombo

 

 

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