La 24 Ore. Storia e adrenalina, ma a Le Mans sfreccia il futuro

Maggio 1969. Alla 24 Ore di Le Mans si partiva a piedi. Correndo. Lui invece camminò, senza fretta. L’auto da guidare aspettava
i piloti a motore spento, parcheggiata a spina di pesce dall’altra parte della pista. Cinquanta metri da fare col cuore in gola, perché chi prima saliva in macchina, prima partiva. Abitudine tradizionale, molto coreografica, vagamente folle. Perché costringeva i piloti a gareggiare senza cinture di sicurezza, che richiedevano di essere allacciate correttamente dai meccanici. Jacky Ickx invece salì per ultimo sulla sua Ford GT40. La accese con calma e si allacciò da solo le cinture, mentre tutti gli altri erano già schizzati via sgommando. Perse quasi mezzo giro. Rimontò, superò tutti, e 24 ore dopo vinse quell’edizione con 120 metri di vantaggio sul secondo classificato.

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