Hamilton Vettel una lotta sul filo del cronometro

La battaglia? Sul filo del cronometro, perché di scontro diretto, in Belgio, non se ne è visto. E’ stata quindi una vittoria di Lewis Hamilton su Mercedes come frutto della tensione, del botta e risposta con Vettel e la sua Ferrari, ma di sorpassi, bagarre e altro ancora del repertorio agonistico, niente. E’ la F.1 di oggi, che vive più su quello che potrebbe accadere invece che su quello che è successo, una F.1 fatta di finezze tecniche, di scelte strategiche e di tempi sul giro che sembrano la disputa delle qualifiche.

 

Sono stati quasi 44 giri tirati e usiamo il quasi perché quando al 29.giro è entrata la safety car per consentire la pulizia della pista dai rottami delle Force India di Perez e Ocon, ormai abbonati all’autoscontro in famiglia, ci sono stati cinque lunghissimi giri dietro alla macchina staffetta, con tanto di proteste via radio di Hamilton che continuava a dire che era tutto pulito e che era inutile stare dietro alla vettura staffetta. Invece niente e in quel frangente, con i distacchi azzerati, la Ferrari ha provato a giocare la carta vincente: montare gomme ultramorbide a Vettel e Raikkonen mentre le Mercedes hanno optato per una scelta più conservativa.

 

Errore? Scelta giusta? Con 11 giri da percorrere le ultramorbide sembravano la soluzione ideale per battere Hamilton. Il tempo di ripartire, arrivare alla prima staccata con Vettel a fianco di Lewis e vedere che l’inglese se ne andava invece che perdere terreno, e su quella che sembrava la scelta giusta è calato il sipario. Poco più di un secondo di vantaggio per Lewis e Sebastian che non riusciva a ridurre il divario, nonostante gomme più veloci.

Mistero, che Pirelli ha poi spiegato come il comportamento delle diverse mescole in base alla temperatura ambientale. Quella che poteva essere la scelta giusta, non è servita alla Ferrari per vincere, però è servita a Ricciardo con la Red Bull per arrivare terzo, superando in un colpo solo Bottas e Raikkonen con quest’ultimo che a sua volta superava il connazionale in una staccata a tre che ha ricordato quella mitica di Hakkinen su Schumacher negli anni passati. Poi silenzio totale, lunga coda con distacchi simili, auto che appena arrivano a un secondo da chi precede diventano inguidabili e di sorpassi manco l’ombra.

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