F1: Toro Rosso, viaggio in una factory di Formula 1

Quattro auto all’anno, forse cinque a seconda delle necessità. Come fabbrica è molto particolare ma in F.1 la regola è quella: due auto in pista la domenica, due di scorta e la quinta in caso di incidente. La Toro Rosso non fa eccezione e pur essendo una scuderia di media classifica, la tecnologia necessaria per competere è la stessa dei top team.

La differenza la fa il budget. Se per una scuderia come Ferrari e Mercedes la base di spesa è di 350 milioni di euro all’anno, la Toro Rosso ha un bilancio che non arriva a 120 milioni (117 per la precisione). Ad eccezione del motore (Renault) si costruisce tutto in casa, dal telaio alle sospensioni, dai dadi portamozzo al cambio. Carrozzerie comprese.

Intanto diamo un po’ di numeri tanto per cominciare: 13 mila metri quadrati di superficie occupata, divisi in due capannoni, alla periferia di Faenza. 400 dipendenti, di cui oltre la metà con specializzazione e laurea in ingegneria meccanica, chimica e informatica. Un budget di spesa annuale di 117 milioni di euro (di cui il 20 per cento circa relativo alle spese del personale) e 59 milioni di incassi nel 2016 dovuti ai premi per il 7. posto nella classifica del mondiale costruttori e il restante introito derivante da sponsorizzazioni e lavorazioni esterne. Il bilancio di una squadra di media grandezza di F.1 si può riassumere in questi numeri, dove la tecnologia la fa da padrona e dove le spese riguardano gli investimenti in ricerca e sviluppo con l’unico scopo di andare più veloci possibili la domenica di un Gran Premio. 

 

La storia della Toro Rosso è emblematica sotto certi aspetti. Quando si chiamava ancora Minardi, l’ufficio tecnico era composto da tre o quattro persone. Gente di valore, visto che Aldo Costa, il capo dell’epoca, è diventato il numero 1 dei tecnici Mercedes campioni del mondo dopo una lunga (e vincente) esperienza alla Ferrari nello stesso ruolo. Insomma, pochi ma buoni. Dopo l’acquisizione da parte della Red Bull per farne lo junior team in cui svezzare i campioni del domani (ricordiamo Vettel, Ricciardo, Buemi, Verstappen tanto per fare i nomi dei campionissimi ultima generazione) la Toro Rosso (traduzione italiana del nome inglese) è una realtà consolidata nel territorio.

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