CONTROVENTO/ L'opinione dell'ingegnere

Provo, qui dal mio scoglio, a raccontarvi le sensazioni che ho provato nel vedere la Ferrari vincere di nuovo. Non sono un tifoso della Rossa, dunque penso di essere equo ed equilibrato nei giudizi. Già nelle qualifiche si era capito che a Maranello avevano lavorato bene, a partire dalla fine dell’estate.

Qui devo fare pubblica ammenda, perché, quando era uscita la notizia che Mattia Binotto sarebbe stato il responsabile tecnico avevo pensato che la coppia Marchionne – Arrivabene avevano fatto una scelta incomprensibile. Perché Binotto non è un telaista.

 

 Nella foto Mattia Binotto responsabile tecnico Ferrari

 

 

Da sempre quelli che fanno il suo mestiere originario misurano le prestazioni in sala prova, hanno uno strumento sofisticato  e sostanzialmente definitivo come assistenza alla progettazione e allo sviluppo dei motori. Come poteva fare ad armonizzare tutte le altre componenti di una vettura?

Invece ce l’ha fatta, indipendentemente dalla vittoria, il livello della vettura è salito, aerodinamicamente, e, per quello che si può vedere, le soluzioni sono logiche e non esotiche come quelle degli anni precedenti, l’insieme regge. Va a finire che Binotto è uno stile Brawn, capace a mettere insieme persone e progetti, dotato di senso pratico. Vedremo. Per adesso, come si dice nel paddock, well done.

 

 

Vettel. Io penso sia un pelo meno forte di Luigino. Dunque la Ferrari, a maggior ragione non è niente male.

Poi, il primo GP della stagione ha finalmente rasato via stà storia del passo lungo e passo corto. Solo le rosse sono corte, gli inglesi seguono la moda del “long”. Differenze prestazionali minime. Vedremo nelle prossime gare, ma non mi sembra che il passo sia una variabile decisiva.

Non si è visto ai box Bernie, per la prima volta. Non penso sia una bella cosa. I nuovi padroni non partono con il piede giusto. Non fosse altro per la profonda conoscenza che il boss ha dei meccanismi della F1. Un business che si è inventato tutto da solo tessendo una finissima tela di relazioni in tutto il mondo. Pensionarlo non è una genialata.

 

A bient tot ragazzi

 

 

 

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