Ayrton Senna, lo spartiacque generazionale della F.1

 

C’è sempre un prima e un dopo, uno spartiacque che separa generazioni di appassionati e spesso coincide con episodi drammatici nelle corse. Per gli appassionati sono lo specchio di una generazione.

 

Per noi del 1978 il ‘morto in Formula1’ , come si diceva in modo un po’ spiccio, tipico degli spezzini, era Gilles Villeneuve. Ovviamente non ci ricordavamo la diretta della scena di Zolder 1982. Si, qualcuno aveva dei flash, ma come ce li poteva avere delle cose ‘dei grandi’ che capitano quando hai 4 anni. Io mi ricordavo la piccola TV arancione della cucina di Ivrea, mia nonna che diceva ‘hai visto l’incidente? E null’altro. Più o meno come della finale dei Mondiali di calcio in Spagna.

 

Villeneuve aveva marcato un prima e un dopo. Noi eravamo quelli del dopo: quelli per i quali il Turbo della Ferrari si poteva avere sulla Uno e sulla R5 GT del cugino più grande. Quelli per i quali Lauda era il vecchio e malconcio campione che doveva dare strada al giovane Alboreto che ci avrebbe fatto rivedere il Mondiale nell’85. Non andò così e il mondiale Ferrari rimase una favola nata con noi nel ’79 e che come tale ci sarebbe stata raccontata dalla generazione precedente per molti anni ancora.

Noi eravamo quelli del ‘dopo’ , e questo avrebbe comportato un’inversione delle parti. Per noi la Ferrari sarebbe stata sullo sfondo. A dar battaglia sarebbero state McLaren e Williams, che erano state dietro quando i nostri genitori celebravano Lauda e Scheckter. E che battaglia però. Tutti gli anni delle elementari e delle medie sarebbero passati con tre nomi da esaltare in classe il lunedì mattina: Prost, Mansell e soprattutto Senna. Il mondiale 1988 monopolizzato da Senna e Prost con 15 vittorie su 16 gare. Quello dell’ ’89 deciso a ruotate in una via di fuga sempre tra il Francese e il Brasiliano.  E tra i due litiganti, a fare la parte del ‘terzo gode’ c’era ogni tanto l’incazzatissimo Mansell che sorpassava ovunque. Tanto noi eravamo quelli del ‘dopo’, figuriamoci se sarebbe successo qualcosa negli anni ’90. Mansell che stringe Prost contro il muretto box in Portogallo? Pura dimostrazione di forza da pub inglese!

 

Senna e Prost che carambolano nella sabbia dopo pochi secondi dalla partenza in Giappone? Polverone – in tutti i sensi – e adrenalina pura. E cocente delusione.

Nel ’92 uscì in VHS ‘Formula1, i Bolidi, le Vittorie, gli Eroi’ . A dirlo oggi nell’era dello streaming in tasca sembra preistoria, ma si aspettava l’uscita il sabato in edicola per vederlo dopo pranzo. Mi ricordo che la cassetta n°2 si intitolava ‘Senna-Prost, il lungo duello’ . C’era già odore di leggenda. La VHS n° 4 si intitolava ‘La Cometa Gilles Villeneuve’ . Per la prima volta la generazione di quelli del ‘dopo’ potè vedere, e rivedere, e rallentare, la sequenza dell’incidente.  Una monoposto che si disintegra in favore di camera. Gli ultimi secondi di vita del pilota chiaramente visibili. Crudo, ma ormai storico. Come i documentari sulla Guerra. Scene da un mondo che tanto non c’è più, dove sul casco c’era scritto STP o Bardahl. Sul casco di Prost nel ’93 c’è Sonic il Porcospino e il logo SEGA. Noi siamo quelli del dopo, dello spettacolo sotto controllo dell’elettronica. Noi siamo quelli della Ferrari mondiale che si fa attendere. Noi siamo quelli di Senna tricampeao.

 

Il 30 Aprile del 1994 è sabato e ho la varicella. Ma guarda te se a 16 anni devo avere a che fare con una rottura di palle che per gli altri è stata chiusa a 5. C’è Senna in qualifica ad Imola, ad un certo punto vola un pezzo di carbonio. Anzi no, stanno inquadrando un’altra parte di pista. Si ferma in favore di camera una macchina disintegrata. Ha un buco sul fianco e la testa del pilota è ciondoloni. ‘Ahia, questo è morto’ dico subito, sempre con lo spiccio realismo tipico spezzino. Poco dopo Zermiani, più diplomaticamente, commenta ‘tira aria pesante in autodromo’. Quando è pronto il purè di patate, dall’ospedale di Bologna confermano che Ratzenberger è deceduto. ‘il morto in Formula1’. E stavolta non è un flash. Si ma comunque non era un idolo delle folle. E la monoposto era una semisconosciuta da fondo schieramento. E’ un’altra cosa.

 

Domenica guardo la partenza del GP. Il 1° Maggio di sole con la varicella è un’immensa rottura di coglioni, quindi sono inevitabilmente cinico. Partiti! Ecco, il solito Senna va come un missile, Alesi anche stavolta non ha speranze. Senna infila il Tamburello…botta clamorosa! ‘Che legnata! E adesso siamo a tre ritiri, caro Ayrton, cara Williams è un bel casino!’. E faccio anche il gesto del 3 con la mano in alto. Ok lo ammetto sono uno stronzo, ma siamo nel 1994, suvvia, il problema più grosso – per la ‘nemica’ Williams – sono gli zero punti del campione. Ora ci sarà il mega schieramento di paramedici, decine di replay, poi lo portano al Medical Center e alla fine della fiera si sarà incrinato tre costole. Oltre allo stordimento da botta.

No, aspetta un attimo, non è così. ‘tira di nuovo aria pesante’ . No dai non è possibile, è Senna! E poi noi siamo quelli del ‘dopo’!

Senna muore alle 18:40. Il GP viene vinto dal giovane Michael Schumacher, che vincerà il mondiale. Poi un altro, poi un altro ancora.

Non lo sapevamo, ma da quella sera era iniziata un’altra storia. Quel tedesco avrebbe portato il mondiale alla Ferrari, di cui avrebbero parlato a scuola quelli dell’89, o del ’90, o del ‘91. Quelli nati quando vinceva Senna. I ragazzi di un altro ‘dopo’ della Formula 1.

 

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