F.1 RENEE’ ARNOUX Quando correre aveva altro sapore e la Ferrari ha sbagliato con Hamilton

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

“Siamo arrivati fino a qui non perché ci siamo improvvisati, ma perché abbiamo sempre seguito il cuore”. Poche parole e René Arnoux si presenta per quello che è: un appassionato di motori che ce l’ha fatta. Il tutto condito da una grigliata organizzata dal Ferrari Club Castenedolo, alla quale Arnoux non ha voluto mancare, dividendo piatti e posate di plastica, bevendo rigorosamente acqua: “Non ho mai bevuto alcolici, anche quando Enzo Ferrari mi voleva obbligare a bere lambrusco” dice ridendo. Da meccanico alle officine Conrero in Piemonte, al volante della Ferrari F.1 quando ha sfiorato il titolo mondiale 1983: “Mi brucia ancora: Piquet aveva una Brabham con benzina irregolare e nell’ultima gara se ne andò come se noi fossimo fermi, Prost era ritirato con una turbina rotta e io che non potei difendermi. Solo furbizia loro? No ci fu anche altro interno alla Ferrari…” ma non dice cosa. Preferisce tacere.

Ma si scioglie quando gli si ricorda quel duello pazzesco con Gilles Villeneuve a Digione, luglio 1979, entrato nella storia delle corse e pezzo unico inarrivabile 45 anni dopo: niente fu così prima e niente è stato così dopo. “Fu qualcosa di unico. Io avevo problemi di pescaggio alla pompa benzina, lui aveva le gomme quadrate per come frenava. Eravamo due zoppicanti che volevano il secondo posto. Ruotate, uscite di pista (in una ho rotto il supporto motore e non so come sono arrivato in fondo), ma era un duello tutto impostato in base al rispetto. 

Con un altro pilota non lo avrei fatto e Gilles non lo avrebbe fatto se non fossi stato io. Sapevamo fin dove arrivare, fino a quale limite spingersi oltre. Avevamo macchine più corte di quelle di oggi, bastava poco per toccarsi e finire in tribuna o al creatore direttamente. A fine gara mi fermai senza benzina, ero arrabbiato perché avevo perso il secondo posto e sarebbe stata doppietta per la Renault, alla prima vittoria in assoluto in F.1. Torno ai box e tutti applaudono, si complimentano, vado da Gilles, ridiamo come matti e di colpo abbiamo capito cosa avevamo fatto! Jabouille, vincitore, non mi ha mai perdonato di aver offuscato la sua prima vittoria, ma ormai è storia”.

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