FORMULA E, VERSO QUALE FUTURO?

Testo e foto MARCO FERRERO

 

In Formula E qualcosa (e anche di più) non torna, e più di un segnale sembra indicare come una serie che, sino ad un anno fa, veniva vista come uno dei possibili scenari futuri del motorsport ed una rivoluzione nella modalità di interazione con il pubblico, più delle altre abbia subito i contraccolpi della pandemia di COVID-19 che ha imposto regole di distanziamento sociale al limite della misantropia, e sulla quale si stanno addensando nubi sempre più nere.

Tanti, troppi elementi sembrano andare contro corrente anche rispetto, e questo è il parametro di riferimento, al fatto che, al suo settimo anno, la serie per la prima volta avrebbe assegnato ai vincitori il titolo di Campione del Mondo, la titolazione più prestigiosa che la FIA potrebbe accordare; provando ad analizzare la situazione emergono le seguenti considerazioni.

Primo elemento: il calendario.

La programmazione delle gare, già definita in dettaglio per la stagione 2021, al momento vede in programma, e con molti punti interrogativi, solo gli appuntamenti in Cile (con altissimo rischio di annullamento in quanto la situazione sanitaria in loco è a dir poco critica) e Arabia Saudita (altro bel dilemma), con il resto che al momento è, per ovvie ragioni, in stand by in attesa di evoluzioni e decisioni. Stante che la filosofia della serie sia di correre all’interno delle città tra la gente e vista la situazione attuale, impensabile pensare che il campionato possa partire, e ripetere la desolazione di Berlino, con gare nel deserto totale corse per chiudere il campionato, equivarrebbe ad un fallimento.

Secondo elemento: i piloti.

Poichè, come detto, per la prima volta sarebbero stati attribuiti titoli iridati, legittimo attendersi che sarebbero arrivati nella serie “grandi nomi”, magari ex Formula 1, tutti desiderosi di vincere un titolo mondiale, ed invece nulla; chi aveva dei contratti in corso li ha rispettati e chi ha cambiato i suoi piloti si è affidato a degli sconosciuti o quasi, come se del campionato nulla gli importasse (e ci sarebbe anche il titolo per team), un livellamento al ribasso con nessun “colpo di mercato” che ravvivasse l’entusiasmo negli appassionati e nell’ambiente.

Terzo elemento: le squadre.

Ad una settimana dai test ufficiali pre campionato non è normale che di due squadre (NIO e Dragon Penske Autosport) non si sappia ancora nulla, se ci saranno e con quali piloti, o che, proprio ora che almeno in teoria un posto potrebbe liberarsi, il progetto di un team italiano in Formula E sembri finito nel dimenticatoio. Gli stessi team, che in questo periodo emettevano i loro comunicati stampa citando programmi, ambizioni quant’altro tengono un profilo anche troppo basso per quello che dovrebbe essere l’anno della consacrazione della serie, un silenzio, certamente non casuale, che non è però foriero di prospettive positive.

Quarto elemento: le vetture.

Facciamo l’esempio più eclatante, l’Audi: lo scorso anno certamente la vettura non ha goduto di sviluppi tecnici, e si sono visti i risultati, con la casa dei quattro anelli e la sua “satellite” Envision costrette ad arrancare nella seconda metà della classifica, con uno come Robin Frijns che sembrava la brutta copia di Massa (ed è tutto dire), e salvate solo dall’orgoglio e dalla bravura di Lucas Di Grassi. Beninteso, non che gli altri abbiano fatto di più, nessun team ha dato l’impressione di aver sviluppato le veture, solo Porsche e Mercedes, guarda caso le new entries, ci hanno messo un po’ più di impegno. Risultato? Un campionato con un team dominante e gli altri in secondo piano, non certo quello che si è visto nelle stagioni precedenti.

Il possibile scenario.

Se è vero che due indizi fanno una prova, qualche domanda lecito farsela; certamente Agag ed il suo staff hanno un problema non indifferente da risolvere, per il quale l’emergenza sanitaria non consente compromessi; difficile peraltro pensare ad uno stop della serie, considerato come le case tedesche vi abbiano investito molto considerandola, giustamente, il fiore all’occhiello sul quale puntare la propria strategia di auto elettriche, e che i conseguenti interessi economici non andrebbero verso quella direzione,

D’altro canto l’atteggiamento collettivo porterebbe ad ipotizzare che si stia valutando un qualche ridimensionamento del progetto o, comunque, una modalità che permetta di superare questo periodo cercando di limitare gli impatti negatici, di certo un compito non facile; difficile fare un’ipotesi, difficile valutare in quale modo verranno ritrovati gli equilibri che permetteranno di salvare la capra (il campionato, la sua titolarità, le sue valenze) ed i cavoli (gli interessi economici).

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