F.1 GP MONACO Quando le qualifiche sono uno spettacolo nello spettacolo

TESTO E FOTO DI GIUSEPPE MAGNI

Dove eravamo rimasti? Lunga vita al Grand Prix de Monaco, si diceva ieri sera. Si prospettava una sfida tra uomini, oltre che di macchine meravigliose, anche se troppo condizionate dalla aerodinamica. E infatti oggi i protagonisti non hanno tradito le attese, dando vita ad una qualifica palpitante, esaltante, commovente…

Sono certo che, questa volta, l’emozione sia esplosa prepotente, schizzando fuori anche dagli schermi televisivi. Sono certo che, al di là del malaugurato errore occorso all’inizio a Sergio Perez, abbiate apprezzato appieno, gustato fino in fondo quanto questi nostri campioni siano capaci di esaltarci, di lisciare, quasi limare le barriere, appoggiandovisi o carezzandole, lambendole e sfidandole, pur di togliere qualche centesimo, qualche millesimo decisivo. A Santa Devota, dove ci siamo appostati ad ammirare l’azione di oggi, c’era la tribuna che tremava.

Si è creata via via una atmosfera sempre più elettrica, sempre più vibrante, sempre più felice, in perfetta simbiosi con chi, a pochi metri da noi, in pista, ci stava mettendo l’anima, pur di strappare il miglior tempo. Inutile star qui a disquisire su chi sia stato il migliore. Avete visto con quale classe immensa Lewis Hamilton abbia issato ripetutamente la sua recalcitrante Mercedes nelle zone nobili della classifica, sfiorando barriere pizzicandole, nemmeno fossero corde di violino.

Avete visto, o forse è meglio scrivere sentito, il cuore immenso dell’anziano di Oviedo, quel Fernando Alonso che certo qui stava meditando e medita il colpaccio, parlando ripetutamente nel post qualifica di una gara che sarà molto lunga, quasi esorcizzando lo strapotere del cannibale Max Verstappen, che, gira e rigira, ha trovato il modo anche oggi di issare la sua Red Bull di pochi centimetri avanti a tutti. E che dire di Esteban Ocon? E di Pierre Gasly? E di Alex Albon? Sono forse top class le loro monoposto? Finora non lo erano mai state, ma oggi hanno goduto la loro giornata di gloria.

Alla festa non è certo mancata nemmeno la Ferrari, specialmente con il suo funambolo Charles Leclerc, che a Santa Devota sembrava giocare tra la luce del sole e l’ombra sempre più lunga che proiettava sulla prima curva l’immagine della Chiesetta. Alla fine ha trionfato la luce che ha fatto brillare ancora una volta il rosso vivo della SF-23.

Sono particolarmente felice, oggi, perché con le mie povere parole non sono mai riuscito a trasmettervi le vere motivazioni per le quali, dopo 45 anni, sono ancora lì che parto, ogni volta che la Formula 1 corre in un posto che riesco a raggiungere. Oggi ve l’hanno spiegato bene i campioni in pista, con la loro immensa abilità, con il loro immenso amore, che è ancora quello degli eroi antichi, che è ancora quello di quei temerari che ci hanno fatto innamorare di questo sport. E’ proprio per questo che erano qui tutti anche loro, oggi, a bordo pista.

Li abbiamo visti, abbiamo avvertito nitidamente la loro presenza. Nessuno di loro, nessuno di noi ha voluto perdersi questo mirabolante spettacolo. Per cui vale sempre la pena di partire, di venire qui, anche se gli anni passano e il fisico scricchiola, anche se il fiatone di certe corse si fa sentire. Ma poi accade quello che è accaduto oggi e l’anagrafe sparisce, la carta di identità si rinnova, la testa si alza orgogliosa, il cuore si gonfia di gratitudine sincera. Come dicevamo? Lunga vita al Grand Prix de Monaco! Lunga vita alla Formula 1, il più bello spettacolo del mondo.

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