WEC 24 ORE LE MANS Una visita al museo dove è esposta la storia della gara

TESTO E FOTO DI GIUSEPPE MAGNI

Questa mattina la mitica pista di La Sarthe qui a Le Mans ci ha accolti con un cielo leggermente imbronciato, che contrasta davvero molto con il blu che ha accompagnato ieri sera le imprese della Ferrari nelle Hypercar, tornata dopo ben cinquant’anni in pole position nella gara di durata più famosa al mondo, della Oreca-IDEC con i grintosi Lafargue, Chatin e Horr, che hanno avuto ragione del battagliero equipaggio della JOTA veramente per un nulla nelle LMP2, e della ormai “europeizzata” Corvette a motore posteriore di Keating, Catsburg e Varrone nelle LMGTE AM.

Uno degli esemplari storici della 24 ore di Le Mans esposto al museo

Una sessione Hyperpole breve, ma assolutamente spettacolare, che ha visto vittima di un guasto la Cadillac di Bourdais, che ha provocato una bandiera rossa a tre quarti di sessione.

Il temporaneo incupirsi del meteo offre oggi ai già numerosi appassionati presenti una ghiotta occasione per un tuffo nella storia di questa corsa prestigiosissima, che proprio quest’anno celebra il suo centenario. Il Museo presente proprio all’altezza della prima curva del circuito, poco oltre le tribune principali, presenta infatti una esposizione da lasciare davvero senza fiato, che rende merito a tutti i personaggi che prima, negli anni ’20 del secolo scorso, hanno creato e poi, nel corso dei decenni, hanno dato lustro a questa meravigliosa avventura che ogni anno si rinnova.

Si inizia con le monografie di personaggi indimenticabili, da Charles Faroux a Enzo Ferrari, da Steve McQueen a Fernando Alonso, per passare ad una vertiginosa esposizione di modellini in scala 1/43 che riproducono in miniatura, in una infinita bacheca circolare, le classifiche di tutte le edizioni disputate della classicissima francese. Si passa poi, nei saloni attigui, alle protagoniste vere, le regine di Le Mans, dalle Lorraine-Dietrich alle Alfa Romeo 8C del primo decennio, alle Bugatti, per arrivare alla epopea Ferrari, cominciata, si può davvero dire, per merito del nobile Lord Selsdon.

La rappresentanza Ferrari è di alto livello

Fui lui, infatti, ad acquistare la Ferrari 166 MM che trionfò qui nel 1949 con il nobile scozzese, che salì in vettura molto poco, per la verità, e l’immenso Luigi Chinetti.

Poco più avanti il cuore inizia davvero a battere forte e la testa a girare fino a perderla completamente: sono qui, fisicamente presenti, nella loro struggente, incredibile bellezza, le Ferrari che hanno davvero portato il marchio del Cavallino nella leggenda, dalla 250 TR del 1960 alla 275 P del 1964, alla 330 P4, forse il più bell’oggetto a 4 ruote mai creato dall’ingegno e dal cuore umano.

Poi… poi e poi e poi si prosegue con i decenni seguenti, passando per altre meraviglie, come le Porsche 917 e 935, 956 e 962, passando per la commovente TWR- WSC-95 vincitrice nel 1987 con Michele Alboreto. Verrebbe davvero voglia di toccarle, di sfiorarle, di accarezzarle, di coccolarle, benché le ultime, quelle più recenti, siano state portate qui con ancora evidenti i segni di 24 ore trascorse a tutta velocità, con zaffate di olio e di catrame sulla carrozzeria, che le rendono ancora più affascinanti e leggendarie.

Vi lascio alle immagini, inutile tediarvi con altre inutili parole: chi ama questo sport, queste leggiadre creature le conosce benissimo. Spero davvero che potrete avere modo di vederle anche voi molto presto dal vivo: è una gioia ed una emozione che davvero lasciano un solco dolcissimo nel cuore, predispongono al bello, alla voglia di abbracciare chiunque, allargando ancora di più il sorriso e, sono sicuro, allungando anche, di un po’, la vita…

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