IDROGENO La terza via del futuro dell’autotrazione

DI PAOLO CICCARONE – COMUNICATO ASSOGASTECNICI

Fra benzina diesel ed elettrico c’è un’altra via: quella dell’idrogeno. Coi suoi vantaggi e con le sue problematiche, ma unica soluzione sostenibile in un processo di cambiamento epocale della mobilità e dell’autotrazione in genere. La dimostrazione pratica è arrivata dal convegno svoltosi a Vairano da Federchimica che ha illustrato la situazione attuale e lo stato dell’arte. I problemi? Noti e conosciuti da tempo.

Produzione, stivaggio e serbatoi in primis, con dispendio energetico sufficiente a creare qualche dubbio. Ma con certezze, ovvero un’auto (o bus o tir) a idrogeno non emette inquinanti al pari degli altri combustibili. Un do ut des che deve essere valutato nella rivoluzione tutta elettrica come la prevedono alcuni. A Vairano, inoltre, è stato possibile guidare una Toyota Mirai, vettura a idrogeno già in produzione e a listino. Con un tir e un bus alimentati così. I problemi? Soltanto tre distributori in tutta Italia, troppo pochi per essere utili alla mobilità meno impattante. Ma la procedura per i permessi è lunga, i problemi noti. Resta il fatto che pochi vogliono scommettere su questa terza via sostenibile e praticabile già da oggi.

Bus e auto a idrogeno sono già una realtà concreta

Le aziende della filiera dell’idrogeno che operano sul mercato italiano sono pronte per dare il loro contributo alla decarbonizzazione, in uno scenario nel quale è ormai evidente che la transizione non sarà realizzata con un singolo vettore energetico, ma grazie a un mix equilibrato di fonti e tecnologie in progressiva evoluzione.

E’ il messaggio diffuso da Federchimica Assogastecnici e dal suo Gruppo Idrogeno vettore energetico in occasione della presentazione di Hydrogen Experience, un progetto che riunisce le buone pratiche del settore al fine di sostenere il passaggio ad economie di scala che agevoleranno l’avviamento di un’economia dell’idrogeno, in particolare di quello verde.
La criticità più importante è rappresentata dai costi ancora elevati, sebbene l’attesa crescita dei volumi di produzione degli elettrolizzatori e la crescente disponibilità di energia rinnovabile a basso costo facciano ben sperare riguardo ai tempi.
All’evento ha portato il suo contributo il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, che nel suo messaggio ha confermato la disponibilità del suo dicastero “ad ogni interlocuzione che ci aiuti a sviluppare ulteriormente questa filiera.”

Se l’Europa vuole incrementare sempre di più i propri target ambientali – ha sottolineato -, dobbiamo sfruttare il potenziale offerto da ciascuna tecnologia. Abbiamo infatti tutte le competenze per giocare un ruolo di primo piano nell’idrogeno, anche per il nostro posizionamento nel quadro internazionale.”

Sicurezza e sovranità energetica significano contare su catene del valore presenti o realizzabili sul territorio europeo e non in aree ad elevato rischio geopolitico. Per questo – ha proseguito – negli ultimi 3 anni l’Italia, anche grazie al PNRR, sta investendo in modo strutturale e costante sullo sviluppo del settore: dalla ricerca (con gli IPCEI), alla produzione di elettrolizzatori, alla produzione di energia tramite appunto le cosiddette ‘H2 Valleys”, al consumo, anche grazie ai contratti di sviluppo per la decarbonizzazione dei processi produttivi. Un vero esempio di politica integrata”.


Cento anni di idrogeno, vettore energetico dal futuro green

Mario Paterlini, Presidente Gruppo Idrogeno Vettore Energetico ha voluto sottolineare da un lato il tema della sicurezza e dall’altro quanto l’idrogeno sia già ampiamente utilizzato in molte applicazioni della nostra quotidianità: “L’idrogeno è un elemento sicuro tanto quanto gli altri tipi di gas che usiamo ogni giorno in casa o nelle nostre attività economiche. E’ sicuro perché ci sono oltre 100 anni di storia di innovazioni nella produzione e nella sua distribuzione che lo hanno reso tale. E’ sicuro perché lo conosciamo nelle sue caratteristiche più profonde, perché lo utilizziamo in decine e decine di settori, dai mezzi di trasporto al riscaldamento a innumerevoli campi industriali. Ma non è solo sicuro: l’idrogeno è soprattutto green. Anzi, se parliamo del settore mobilità, è sicuramente il “combustibile” più green che si possa utilizzare”.

Caldaie a idrogeno sono già disponibili sul mercato

“Serve una road map che possa fare la differenza per fare un nuovo passo avanti, in particolare nella direzione dell’idrogeno verde. Alberto Dossi, Presidente H2IT: “Non c’è dubbio che l’Italia si possa posizionare strategicamente in tutti i segmenti di riferimento del settore dell’idrogeno, dalla produzione agli utilizzi finali nella mobilità, nell’industria e nella produzione di energia.”

Alberto Dossi durante il suo intervento al convegno

“Il PNRR – prosegue – mira a dare una spinta alla creazione del mercato e va nella direzione giusta, sovvenzionando domanda e offerta. Ma non basta: l’industria oggi ha bisogno di incentivi sui costi operativi, per rendere l’idrogeno verde sostenibile e competitivo”.

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