F.1 GP USA Una squalifica che mortifica Hamilton e Leclerc ma fa pensare in casa Ferrari

DI GIUSEPPE MAGNI

Fra i tre in foto ha goduto solo Norris salito al secondo posto del GP

È andata a finire che, a notte fonda in Italia, la gara maiuscola di un fuoriclasse, l’unico che ci ha tenuti svegli tutta sera, sia stata cancellata da una decisione dei giudici. L’espressione massima di un fuoriclasse meraviglioso, l’arte assoluta nel dominio di una macchina da corsa che, di sicuro, non era certamente la migliore in pista, è stata mortificata, annichilita tolta dalla memoria da una decisione che in Europa è giunta fuori tempo massimo anche per i nottambuli più incalliti. Peccato.

La migliore gara di Lewis Hamilton quest’anno, che meritava assolutamente di vincere, è stata dapprima rovinata da una decisione della squadra di lasciarlo in pista tre giri di troppo, facendogli perdere 7 secondi, e poi la mannaia della cancellazione dalla storia di un lavoro sublime. No, mi spiace, i commissari avranno sicuramente ragione, ma non ci sto. Non ci sto proprio! La prestazione di Lewis non è certamente dipesa da questa irregolarità che i marshals hanno riscontrato. Non si cancella una gara del genere!

In casa Ferrari il predestinato, che ha sbagliato la partenza e poi si è fatto superare remissivamente da tutti, ad un certo punto ha chiesto come mai la squadra gli avesse imposto di far passare il suo compagno di squadra. E che ne avrebbe voluto parlare dopo la fine della gara. Segno che non aveva capito nulla della situazione in cui lui si trovava, infatti poi è stato superato anche da Perez, e nemmeno della situazione più favorevole in cui viaggiava Carlos Sainz. L’errore più grave è stato anche qui della squadra, che gli ha fatto fare una sola sosta, ma anche lui ha dimostrato che ci ha capito davvero poco.
In questo caso, toglierlo dalla classifica gli ha quasi reso un favore, se non che Carlos è finito su un podio virtuale e si è allontanato ancor di più in classifica rispetto ad un pilota che si pretende si prenda in spalla la Ferrari nei prossimi anni. C’è da rifletterci. E tanto.
Condividi su: