F.1 GP ITALIA Verstappen batte Leclerc e Monza fischia il finale con la safety car

DI PAOLO CICCARONE FOTO MAGNI

MONZA – Max Verstappen non meritava di vincere la gara con un finale così. Non lo meritava Charles Leclerc, secondo,  ma soprattutto i 336.647 paganti in tribuna e nel prato. Perché una gara in cui i due duellanti per la vittoria non si sono risparmiati, restare dietro a una safety car per 6 giri, perché non si riesce a spostare una McLaren, quella di Ricciardo, col cambio bloccato, fa capire come a livello organizzativo e regolamentare ci sia molto da rivedere.

E un finale del genere, fischiato dal pubblico che vedeva il tentativo di rimonta della Ferrari contro la Red Bull, erano giustificati. Molto meno i fischi a Verstappen sul podio, sintomo di un tifo becero che con il passato dell’automobilismo non ha niente che spartire. Ad Abu Dhabi non hanno voluto un finale di stagione con la safety car, cosa che avrebbe dato il mondiale a Hamilton; a Monza la safety car è stato il male minore fino alla bandiera  a scacchi.

E quindi, fra strategie Ferrari di dubbia riuscita (vedi Leclerc richiamato al box per il primo pit dopo 11 giri, per rimuovere la macchina di Vettel) e circostanze sfavorevoli, quella che poteva essere la giornata di trionfo della Ferrari sulla pista di casa si è trasformata nell’ennesima beffa di una stagione partita bene e finita molto peggio del previsto. Leclerc, partito dalla pole, non ha avuto problemi a prendere il comando, ma a far capire che dietro Verstappen, partito settimo, era in palla, ci sono voluti 4 giri, il tempo sufficiente per vedere l’olandese secondo a 1,5 secondi da Leclerc.

E qui scatta il caso e la solita strategia Ferrari. Con Vettel fermo per un problema meccanico e la virtual safety car, ovvero tutti costretti a rallentare, Leclerc rientra ai box e cambia le gomme passando dalle morbide alle medie. Rischioso perché con 41 giri da gara da disputare di sicuro non avrebbero retto. E infatti il segnale di gomme distrutte arriva da Sainz, che riesce a risalire al 4 posto mentre Leclerc scivola al terzo dietro pure a Verstappen e Russell. Max effettua il suo pit al 26 giro e Leclerc torna in testa con appena 10”2 di vantaggio.

Visto che Verstappen con quelle gomme sarebbe arrivato alla fine e che ogni pit stop costa in media 21 secondi, averne soltanto 10 di vantaggio vuol dire aver perso la gara. Al 33.giro la Ferrari richiama Leclerc per montare al secondo pit le morbide, ma il distacco  di 19”6 cala lentamente. Troppo lentamente, infatti Verstappen ha saputo perdere solo pochi decimi al giro, insufficiente per Leclerc per tentare un assalto. La safety car finale, poi, ha impedito di vedere se le gomme di Verstappen avessero potuto durare fino alla fine o se la scelta di Leclerc, con tutti quei giri da fare, fosse quella giusta.

Non lo sapremo mai e la classifica dice che Verstappen ormai è virtualmente a un passo dal mondiale e la Ferrari ha perso ancora una occasione. Attaccarsi ala sfortuna o alla safety car non regge: Leclerc doveva stare davanti a Verstappen e non lo è stato. Il resto chiacchiere da bar o da chi non conosce le corse e ama fomentare un pubblico poco esperto. Sul resto, ovvero organizzazione, gestione dell’evento per finire all’inno di Mameli col presidente della Repubblica Sergio Mattarella in pista, meglio stendere qualche velo di pietoso silenzio, perché un solo velo non sarebbe sufficiente per una figuraccia mondiale che il pubblico, pagante, non meritava affatto. Ma di questo ne parleremo in altro momento in attesa di sviluppi, anche se si che in Italia non si dimette mai nessuno…

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