F.1 GP ITALIA Monza non deve vivere di sola storia anche se non va dimenticata

TESTO DI GIUSEPPE MAGNI foto dal WEB

Ci troviamo ad entrare nel vivo del weekend in cui ricorre il centenario del nostro Autodromo Nazionale di Monza. Siamo tutti d’accordo che assolutamente non si viva di sola storia, come giustamente ha fatto notare in diretta televisiva dall’Olanda il presidente di Liberty Media, Stefano Domenicali, ma che, arrivando qui nel Tempio della Velocità non si trovi quasi traccia di tutto quello che in questi cento anni è accaduto tra questi celebri boschi mi sembra troppo. E’ una cosa che rattrista e addolora. Sarebbe stata una grandissima occasione per far conoscere alle giovani generazioni chi furono i pionieri, gli eroi dello sport dell’automobile. Praticamente ad ogni metro, lungo questo glorioso circuito, si sarebbe potuto citare un episodio delle migliaia di avventure che si sono succedute tutte in questo luogo quasi sacro.

Senza citare Pietro Bordino e Carlo Salamano, i primi due vincitori del Gran Premio d’Italia a Monza, si sarebbe potuto raccontare di Peter Collins che, nel 1956, con un altruismo fuori dal tempo, cedette la sua Ferrari a Fangio, permettendogli di vincere il titolo mondiale che invece, proseguendo la gara, che allora si disputava sui dieci chilometri del circuito compreso l’anello dell’alta velocità, avrebbe vinto lui stesso.

Si sarebbe potuto, con un semplice accordo, attingere al corposo archivio della Fondazione Pirelli, vera miniera d’oro della storia delle corse e non solo. Si sarebbero potuti accomunare papà Antonio e il figlio Alberto Ascari, che qui trovò la sua gloria e la sua fine. Si sarebbe potuto ricordare gli eroi veri, Ugo Sivocci e Giuseppe Campari, e. perché no, raccontare, attraverso delle immagini issate tra gli alberi del bosco bello, la storia di Wolfang von Trips o di Jochen Rindt.

E perché non ricordare la meravigliosa avventura di Ronnie Peterson, vincitore qui con una March assolutamente poco competitiva. Si sarebbero potute realizzare immagini che poi sarebbero rimaste per chi visita l’Autodromo lontano dal clamore del Gran Premio d’Italia. Non s’è fatto nulla di tutto questo, tranne un bellissimo film ieri sera su Rai 2. Ma era qui, nel Tempio della Velocità che si doveva assolutamente celebrare e sublimare la sua centenaria e gloriosa storia. Peccato, peccato davvero. Ma sono sicuro che, se verrete qui e tenderete bene l’orecchio e, soprattutto, apriste il vostro cuore, saranno direttamente gli eroi che qui hanno corso, sognato e vinto, a raccontarvi direttamente le loro meravigliose avventure. Basta venire qui, a passeggiare in silenzio. Il fruscio delle foglie degli alberi inizierà a narrare…

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