F.1 GP Belgio, la storia infinita di una pista diventata leggenda del mondiale

di Giuseppe Magni
La Formula Uno moderna è caratterizzata da ventuno appuntamenti agonistici che si svolgono ai quattro angoli del mondo su circuiti davvero diversi tra loro. Diversi per natura, per concezione, soprattutto per storia e tradizione motoristica, che sono gli aspetti che più affascinano
e gratificano gli appassionati. Abbiamo la fortuna di trovarci a Spa-Francorchamps, una delle culle dell’Automobilismo da corsa, che qui ha ricevuto lustro e si è esaltato fin dagli anni ruggenti, gli anni venti del secolo scorso.
E’ infatti datato 28 giugno 1925 il primo Gran Premio del Belgio della storia e si svolse proprio qui, sulla primissima versione di questa pista meravigliosa. Intendiamoci, la location non è esattamente delle più ospitali nemmeno oggi, qui, praticamente immersi nella foresta delle Ardenne. Ma, già da allora, deve essere stato uno spettacolo venire ad ammirare i bolidi da corsa su questo toboga velocissimo, una sorta di montagne russe naturali, inventate da due persone che sicuramente avremmo fatto fatica a capire se fossero dei geni o dei pazzi visionari, Jules de Their, proprietario del giornale “La Meuse” e progettista del circuito, e l’allora presidente del RACB, l’Automobil Club Belga, Henri Langlois Van Ophem. La versione originale del circuito non comprendeva ancora la parte di esso oggi più famosa: l’Eau Rouge ed il Radillon videro la luce, infatti, solo sul finire degli anni trenta. Al loro posto, dopo la Source e il breve pezzo in discesa, la pista (che praticamente era costituita dalle preesistenti strade di collegamento tra i paesi di Francorchamps, Malmedy e Stavelot), si inerpicava verso un tornante a destra,
chiamato dell’Ancienne Douane. Sul terrapieno esistente dalla sua dismissione, vi sono oggi, a mio avviso, le più belle tribune del circuito, quelle che danno vista dalla Source alla sommità del Radillon. Ho avuto la fortuna di assistere al Gran Premio del Belgio da lì in più di una edizione e, non so perché, su queste tribune sferza sempre un vento non molto forte ma gelidissimo, veramente tagliente e fastidioso. Tanto che ho pensato che fosse la vecchia curva Ancienne Douane che si vendica di essere stata abbandonata e dimenticata a favore delle celebratissime, suddette, Eau Rouge e Radillon…
Ma torniamo alla prima edizione del Gran Premio del Belgio, del 1925. Questo si disputò sulla distanza di 54 giri, 804 (!) chilometri su questo saliscendi meravigliosamente e drammaticamente veloce. Vinse Antonio Ascari su Alfa Romeo. Al secondo posto Giuseppe Campari, che completò la doppietta Alfa Romeo. La leggenda ebbe inizio, quindi, sotto l’egida dei colori italiani. Gli stessi colori che dominarono le prime cinque edizioni dello stesso, prestigioso Gran Premio del Belgio valide per il Campionato del mondo di F.1. Dal 1950 al 1954, infatti,
Spa-Francorchamps fu territorio di caccia esclusivo di Alfa Romeo, Ferrari e Maserati, con Juan Manuel Fangio, Nino Farina e Alberto Ascari sugli scudi. In mezzo, nel 1933, l’affermazione di Tazio Nuvolari su Maserati.

Ma fu nel 1932, esattamente il 9 luglio, che avvenne un fatto davvero singolare ed importante. In quella data, infatti si disputò la 24 ore di Spa-Francorchamps, altra immortale classicissima del circuito delle Ardenne, e fu proprio in quella occasione che le Alfa Romeo 8C 2300 MM della Scuderia Ferrari portarono in gara per la prima volta nella storia delle corse il celeberrimo e amatissimo Cavallino Rampante. E fu davvero rampante in quella occasione, dato che vinsero Antonio Brivio ed Eugenio Siena, davanti a Piero Taruffi e Guido d’Ippolito.

Arrivi lì e, al di là della bellezza stordente del circuito, la zona ti sembra una landa desolata nel bel mezzo della Vallonia. Invece, tra questi declivi dal meteo spesso inclemente, si è scritta la storia delle corse. Percorrendo un tratto di asfalto a piedi, nella zona della Source, non può che scorrerci davanti agli occhi l’epopea degli eroi, di tutti, ma proprio tutti i grandissimi interpreti del nostro amatissimo sport, che qui hanno raccolto la sfida di una pista tremenda e stupenda, spesso vincendola. Dalle quattro vittorie in fila dell’incommensurabile Jim Clark, sulla vecchia, terribile Spa, alle sei di Re Michael Schumacher, passando per le cinque di Ayrton Senna e dalle quattro di Kimi Raikkonen. Fu proprio leggendo di Jim Clark e delle splendide affermazioni di Peter Collins e John Surtees sulla Ferrari che mi dissi, anni fa, che questo posto, questa pista, andava vista, almeno per una volta nella vita. Così decisi di venire quassù. Feci quattro giorni in balìa di pioggia, vento freddo, grandine, sole caldo, poi ancora pioggia gelida e vento. Camminando per il Circuito, incrociavo gli occhi della gente.
Saranno stati tutti sofferenti ed infreddoliti, direte voi. Macché! Nonostante le condizioni proibitive, alcuni tremavano, avevano tutti negli occhi la stessa luce, la stessa emozione, la stessa gioia di essere lì. Ad ammirare uno spettacolo, ancora oggi unico: il Circuit de Spa-Francorchamps. Non ho più smesso di venirci. Ancora oggi è un appuntamento imprescindibile del calendario. Per chi è appassionato di questo sport, deve essere un must venire qui almeno una volta nella vita.
Invito anche voi due, sì, proprio voi due, gli unici che abbiano la pazienza di leggermi (vi ringrazio di cuore per ciò), a venire qui. Nonostante l’invasione olandese, anche solo con il biglietto di ingresso prato, che qui si chiama Bronze, potete gustarvi uno spettacolo eccezionale.

Perché qui la vera goduria non è stare fermi su una tribuna, è percorrere il circuito a piedi, assaporando metro per metro un saliscendi vertiginoso quanto meraviglioso, con curve davvero mozzafiato, come Pouhon, o tutta la zona in discesa dopo Les Combes.

Potreste passare di qui anche non solo in occasione della F.1, ma anche della 24 Ore. Oppure venirci a fare semplicemente un giro, inserendola nei vostri itinerari vacanzieri, magari in giro in camper per l’Europa. Vi rendereste conto di cosa sia davvero questo luogo visto
dal vivo. Ma, vi avverto, se aveste intenzione di farci una capatina e basta, rischiate davvero grosso: Spa è capace di farvi girare la testa, di colpire la vostra fantasia, di appassionarvi, di commuovervi. Sarà capace in dieci minuti di convincervi a tornare.
E allora ci vedremo. Una birra in compagnia nel bel mezzo della leggenda è sempre ben accetta. Arrivederci qui, allora! A presto!
#GPBelgio #F1 #Spa #RMCMotori #PaoloCiccarone
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