F.1 Ferrari Vettel, un amore che non ha portato al titolo mondiale

DI GIUSEPPE MAGNI

Possiamo metterla come vogliamo. Chi sta da una parte, chi sta dall’altra. Io, per esempio, sto dalla parte della Scuderia Ferrari. Che, legittimamente, quale datore di lavoro pagante, ha preso atto che, per un motivo o per l‘altro il binomio Sebastian Vettel-Ferrari in cinque anni non ha portato al risultato che tutti volevano: il titolo mondiale. Colpa della Ferrari, incapace di produrre monoposto competitive? Può essere. Colpa di Sebastian Vettel, che ha inanellato errori marchiani in tanti momenti topici delle sue stagioni in rosso? Può essere altrettanto. Di certo è che la Scuderia Ferrari è legittimata a prendere le decisioni che ritenga più opportune per ciò che concerne il suo futuro.

VETTEL NON HA SEGUITO LE ORME DI SCHUMACHER

Preso atto che Sebastian Vettel, salutato come il nuovo Schumacher, che arrivò trionfalmente a Maranello nell’inverno del 2015, non ha saputo imporsi come fece il suo illustre predecessore, con la sua straripante personalità. Ci sta. Si tratta di due personaggi, di due piloti completamente differenti.
La Scuderia Ferrari ha ritenuto opportuno guardare altrove, avendo già puntato tutte le proprie speranze sull’astro nascente Charles Leclerc. Inutile guardare indietro e attribuire colpe all’uno o all’altro. Salutiamo Sebastian Vettel, augurandogli che riesca a trovare molto presto la monoposto dominante, cui tanto anela, e che non ha trovato a Maranello. Auguriamo alla Scuderia Ferrari buon lavoro. Ce n’è tanto da fare, seppur il potenziale per essere competitivi a livelli assoluti, a Maranello ci sia tutto.

FERRARI COMPETITIVA A VOLTE, VETTEL NON HA SAPUTO COGLIERE L’ATTIMO

Negli ultimi anni la Scuderia ha saputo produrre monoposto molto interessanti e competitive, anche se, a detta di qualcuno, non a livello assoluto. In realtà, credo che dovrebbe essere sul pacchetto pilota-squadra-macchina nella sua globalità che andrebbe fatta qualsiasi valutazione. Credo che la Scuderia Ferrari sia sulla buona strada per consolidare degli anni di lavoro sul pacchetto che stanno dando e daranno i loro frutti. È un lavoro complesso, certosino, di abilità tecniche e politiche, esterne ed interne. Ma ci stanno lavorando e ci stanno arrivando. Tutti le Ragazze e i Ragazzi che lavorano laggiù meritano solo gratitudine per quanto stanno facendo e massima fiducia. Il lavoro duro paga. I risultati arriveranno presto. Anche con l’apporto dei tifosi che, non appena avremo la possibilità di ripartire con le gare, non mancheranno certo di far sentire il loro calore ed il loro supporto. Siamo nel novantunesimo anno di vita, ma la Rossa è ancora piuttosto arzilla! E lo dimostrerà!

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