GT OPEN. UNO SGUARDO FUORI DALLA PISTA (CON QUALCHE RISCHIO)

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Personalmente, e questo sin dalla mia ormai remota gioventù, ho sempre trovato, al netto delle, in verità poche, eccezioni, molto carine ed attraenti le ragazze francesi, i loro lineamenti, il loro fascino, tant’è che, tra i tanti rammarichi della mia esistenza, vi è anche quello di non aver mai avuto l’opportunità di trovare una “fidanzatina” d’oltralpe.

Seppur non rientri tra gli obbiettivi principali delle mie trasferte al di là delle Alpi, ma questa deve essere la dichiarazione ufficiale, in territorio francese non disdegno mai di guardarmi attorno o di guardare sulle tribune, certo di scorgere qualche splendida rappresentante del gentil sesso; l’ultima opportunità è giunta con l’evento del GT Open sul circuito Paul Ricard a Le Castellet, dove la calura estiva mi è stata valida alleata nel far si che le stesse non nascondessero le loro forme più attraenti.

Anche a titolo di consiglio (ma non è l’unico punto “buono”), la tribuna sotto l’ultima curva prima del traguardo, per vicinanza, è quella che meglio si presta a tal fine, ed anche quella che fa sorgere i maggiori dubbi sul fatto se dedicarsi a quanto avviene in pista oppure alle proprie spalle; con l’intento di condividere quanto le grazie femminili presentassero, e nell’applicazione del detto “dare un colpo alla botte ed uno al cerchio”, la decisione più opportuna è stata quella di dividere salomonicamente il tempo, e l’attenzione, su entrambi i campi, cercando di trovare in entrambi gli ambiti qualche immagine, diciamo così, “rappresentativa”.

Il che non è stato, perlomeno per quanto riguarda l’osservazione delle tribune, scevro di rischi, anche perché tanto doveroso essere veloci nello scatto quanto necessario essere attenti nel non essere scorti; anche se l’utilizzo di un buon “tele” consente riprese anche a distanza e un’adeguata (ed in questo caso quanto mai opportuna) separazione del pubblico dal bordo pista, limitando in tal modo la possibilità di essere gonfiati come una zampogna seduta stante qualora il fidanzato / marito / compagno della fanciulla si accorga che è lei l’oggetto delle riprese fotografiche, una persona normalmente dotata di senso dell’osservazione, e magari di pari livello di gelosia, dopo un po’ qualche domanda inizierebbe, ragionevolmente, a farsela sulla ragione per la quale, con le vetture sulla pista, il fotografo sia girato dall’altra parte…

Se è pur vero che “chi non risica non rosica”, qui la possibilità di essere “sgamati” è quasi pari alla certezza; a meno di non trovare qualcuno che la prenda sul ridere, ma i francesi, si sa, sono tendenzialmente un po’ permalosi, l’unica tattica utile è quella di non “forzare” la ricerca dello scatto (incaponirsi equivarrebbe ad una dichiarazione di suicidio annunciata) e dedicarsi al motivo principale per il quale ci si trova a bordo pista.

Qualora invece sia andata bene non si può che ringraziare la propria buona stella e regalare a chi lo voglia apprezzare qualche “particolare” che, anche senza il rombo di un motore, sa attirare lo sguardo e generare commenti piacevoli.

Tutto ciò, tra i rischi, senza sottovalutarne e senza dimenticarne un ultimo, non meno improbabile nella sua possibilità di accadere ma forse quello più pericoloso di tutti, quello che qualche “buontempone”, roso da sana invidia, si prenda la briga di inviare, vilmente, questo mio articolo alla mia consorte…

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