RICORDANDO GILLES VILLENEUVE Quella volta che Enzo Ferrari scrisse al tifoso…

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

Pioveva forte quel giorno. Le scarpe erano degli anfibi pronti per lo sbarco in Normandia, la maglietta un rivolo d’acqua intenso e freddo. Ma il paddock dell’autodromo di Monza sembrava la nostra reggia. Era sabato pomeriggio, fra poco sarebbe partita la prima batteria della gara di F.Monza in programma quel giorno. Siamo in pista preoccupati sotto a una specie di tendone perché col pilota amico Matteo Giuliani non abbiamo le gomme giuste. Sulla CRM di Antonio Dalla Vecchia abbiamo solo un vecchio treno di Kleber, ideali per l’asciutto, molto meno per il bagnato. E infatti, chi poteva, cambiava le gomme.

PIOVE, MANCANO LE GOMME ADATTE CI SI ARRANGIA NEI BOX…

Pippo Bianchi con la vettura gemella di Ermanno Alboreto quel giorno a Monza…(Foto Campi da Motoremotion)

Le Pirelli CN54 erano perfette in quelle condizioni, ma visto che a mala pena c’erano i soldi per la benzina, bisognava adattarsi. A fianco i ragazzi della Scuderia Salvati sono in fermento. Pippo Bianchi, da esperto campione, ha già fatto il cambio e sta dando le indicazioni a Ermanno Alboreto, appena giunto nella scuderia e pilota da svezzare come tempo prima era accaduto per suo fratello Michele. Mentre siamo lì in attesa di schierarci, spingendo la macchina e mettendo un pezzo di sacco della spazzatura sulla tuta di Matteo, per impedirgli o ridurgli al massimo l’acqua, dall’altoparlante dell’autodromo una voce imperiosa.

LA VOCE IMPERIOSA DI TAVONI CHIAMA ALBORETO JR IN DIREZIONE GARA

Era Romolo Tavoni, direttore di gara e dell’impianto: “Ermanno Alboreto di corsa in direzione gara, una telefonata urgente dal Belgio. Ho detto di corsa, muoviti!”. Il tono imperioso, la voce che non concede appelli, tutti ci giriamo verso Ermanno, Pippo Bianchi diventa pallido: “Cosa è successo? Sarà mica che Michele….”. Michele, quel giorno, era impegnato nelle qualifiche del GP del Belgio di F.1. Una telefonata urgente con Tavoni che aspetta sull’uscio della direzione gara non fa presagire nulla di buono. Ermanno comincia a correre, noi lo seguiamo. Entriamo nella saletta con Simonetta Fossati, la segretaria, gli fa cenno di andare verso una cabina. Ermanno entra. Parla un po’, poi esce.

MICHELE ALBORETO TELEFONA AL FRATELLO COMUNICANDO LA MORTE DI GILLES

E noi che pendiamo dalle sue labbra in attesa: “Era Michele, mi ha detto che è morto Gilles Villeneuve durante le qualifiche. E’ distrutto, era un suo idolo, vorrebbe ritirarsi, mollare tutto”. Mentre restiamo senza parole per capire la portata della notizia, cominciamo ad accendere TV e radio. Le prove non erano trasmesse. Il primo TG apre con le immagini del volo. Capiamo subito che è finita. L’altoparlante intanto urla ai piloti di portarsi sullo schieramento. La gara, le gare, proseguono. Dire chi ha vinto, chi si è ritirato, non lo ricordo. So solo che tutto il pomeriggio è stato circondato da un alone di nebbia e un senso di impotenza. Ci guardiamo in faccia. Arriva Daniele Mercatelli e Meo Maestri insieme, due dei più forti della categoria: “Hai sentito? Ma è vero?”. E via di box in box. Carichiamo la nostra CRM sul carrello. Antonio non parla. Parte destinazione Cinisello Balsamo. Con Matteo torniamo a casa. Radio accesa. Le notizie sono contrastanti.

L’ANNUNCIO A TARDA SERA CON LA MORTE CEREBRALE DI GILLES

Un ritratto divenuto famoso di Gilles a Montecarlo (Foto Gabriela Noris)

Dicono che è vivo, che è in coma. Ma se Michele Alboreto ha detto che era morto? Poi la notizia ufficiale a tarda sera: Gilles Villeneuve è morto in seguito alle ferite riportate nel volo sulla March di Jochen Mass. Il giorno dopo, tutti a casa davanti alla TV a seguire il GP. Silenzio totale. Un clima surreale, le lotte, le battaglie. Tutto inutile. C’è un senso di vuoto. Che spinge a prendere carta e penna e a scrivere a Enzo Ferrari. Un gesto spontaneo, ma anche ingenuo. Figurati se il Commendatore prenderà in considerazione la lettera di un giovane tifoso. Infatti avevamo messo solo la firma senza indirizzo. E mentre imbuchiamo la lettera, ci pentiamo. Ormai è fatta.

QUELLA LETTERA A ENZO FERRARI. CHE RISPOSE A UN SEMPLICE TIFOSO…

Passa qualche giorno e arriva il postino, suona e dice: “C’è una lettera col timbro Ferrari, visto che in paese sei solo tu che segue le corse, deve essere tua per forza visto che c’è solo il tuo nome e la dicitura di cercarti in paese”. Apro la lettera, poche parole: Grazie dell’affettuoso ricordo e la firma, con la penna dal colore viola, la sua. Non era una stampa, analizzo, controllo, verifico. Era proprio Enzo Ferrari che ha scritto a un giovane tifoso per ringraziare. Lui che ringrazia il tifoso! Se penso che oggi, al professionista con oltre 450 GP in pista, non rispondono nemmeno alle mail per non dire degli auguri di Natale, il contrasto è evidente.

UN ANNO DOPO, COMINCIA L’AVVENTURA IN NOME DI GILLES: MAI MOLLARE!

Passa un anno. Siamo all’8 maggio 1983. A Monza è ancora di scena la piccola F.Panda, gara inaugurale, che ha sostituito la F.Monza giunta a fine carriera. Un giorno importante. Ricordiamo Gilles Villeneuve, ricordiamo 12 mesi prima la pioggia, la delusione e il dolore. Stavolta c’è il sole. I motori rombano allegri. Si riparte. E parte qualcosa di nuovo: non sono più al fianco di Matteo, che per i costi ha dovuto lasciare le corse. Non spingo più la nostra CRM blu e non cerco più un treno di gomme Pirelli in prestito per la pioggia. Ho macchina per scrivere e macchina fotografica. Oggi il regalo di Gilles Villeneuve si è concretizzato: sono il corrispondente di Autosprint, comincia la mia carriera nel mondo delle corse come giornalista e fotografo per il settimanale specializzato che ci ha accompagnato nel corso degli anni. E il regalo di Gilles è uno solo: l’importante è non arrendersi mai. E io non mi sono arreso…

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