F.1 GP Brasile, Verstappen vince da campione ma il botto Ferrari oscura la sua impresa

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT
SAN PAOLO – Ha vinto come meglio non poteva: dominando e senza commettere nemmeno un errore. Max Verstappen ha messo tutti a tacere dopo le polemiche della vigilia eppure anche stavolta la Ferrari gli ha tolto la scena. Perché quando le due monoposto di Vettel e Leclerc si sono scontrate, provocando il ritiro di entrambi, è parso chiaro a tutti che la bella vittoria della Red Bull sarebbe stato un argomento secondario. Beffa del destino: due settimane a parlare o sparlare della Ferrari, poi metti tutti a tacere facendo prima la pole, poi partendo bene, infine azzeccando la strategia con due pit stop da record mondiale (solo 1,9 secondi entrambi) poi ci pensano i due galletti rossi a rovinarti la festa. Anzi a togliere quell’attenzione meritata per una impresa sportiva di alto livello. Perché Max sta sulle scatole per il suo modo di essere, è antipatico quando spara a zero contro nomi blasonati come la Ferrari, è indisponente quando dice che se avesse la macchina di Hamilton farebbe le stesse cose o meglio. Ma quando abbassa la visiera, si tratta di guidare, ce ne è davvero per pochi. Come ha dimostrato nel duello proprio con Hamilton, lottato alla pari e in maniera corretta in cui ha prevalso. Legittima quindi la sua gioia in quella che forse è stata la gara più pazza della stagione, una gara che ha visto Gasly secondo sul podio con la Toro Rosso, lui che era stato licenziato dalla Red Bull e all’arrivo davanti al suo sostituto, buttato fuori da Hamilton nelle fasi finali di gara dopo un tentativo di rimonta impossibile. E poi una Mercedes ritirata col motore in fumo (Bottas) mentre lottava senza riuscire a passare la Ferrari di Leclerc e, infine, un Hamilton che si gioca tutto toccando un incredibile Albon, secondo con la Red Bull, a pochi giri dalla fine dopo la safety car entrata per rimuovere i rottami delle due Ferrari. Una gara in cui i commissari hanno molto da decidere e col risultato ancora in bilico: “Ho sbagliato con Albon, mi ha chiuso ma io l’ho toccato, gli chiedo scusa” ha detto onestamente Hamilton. Peccato che i 5 secondi di penalizzazione (e due punti sulla patente) li abbiano dati dopo la cerimonia del podio, togliendo a Sainz la soddisfazione di salirci dopo essere partito ultimo, mentre in casa Ferrari, con la responsabilità evidente di Vettel che in pieno rettilineo ha stretto Leclerc fino a toccarlo con la gomma posteriore destra sull’anteriore sinistra, con conseguente rottura della sospensione e dello pneumatico, stanno ancora a decidere chi ha stretto chi e chi doveva spostarsi. Un disastro, con una gara che solo negli ultimi 15 giri ha tenuta desta l’attenzione e che ha permesso di vedere grandi numeri e risultati incredibili. Come Sainz terzo, come detto, partito ultimo e in zona podio, oppure le due Alfa Romeo di Raikkonen e Giovinazzi a ridosso dello spagnolo, un risultato incredibile dopo gare amare e deludenti. Insomma, gran spettacolo, grandi polemiche e certezze di un risultato finale ancora in attesa di giudizio dopo due ore dalla fine della corsa. Anche questo fa spettacolo, ma a Verstappen, unica certezza della gara, importa davvero poco. Quello che doveva fare lo ha fatto. Da campione
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