WTCR 2022, QUALI SPERANZE PER L’ITALIA?

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Dopo aver assistito, la scorsa stagione, ad Adria alla tappa italiana del WTCR, il campionato del mondo per vetture turismo, la domanda, più che lecita, che qualunque appassionato si possa porre è se anche quest’anno ci sarà la possibilità di rivedere in terra nazionale questa serie; oggettivamente le speranze sono pochine, anche considerato come nel 2021 la soluzione era stata, diciamo, “estemporanea”, in quanto gli organizzatori si erano trovati a dover sostituire le tappe asiatiche cancellate dalla recrudescenza della pandemia di COVID 19, ricorrendo ad Adria ed a Pau e portando l’ultima tappa in Russia a novembre, non di certo quest’ultima la punta di diamante delle decisioni strategiche.

Partiamo dal calendario ufficiale ad oggi diramato, strutturato sulle seguenti dieci tappe:

  • 10/04 Most (Repubblica Ceca),
  • 08/05 Pau (Francia),
  • 28/05 Nurburgring (Germania),
  • 12/06 Hungaroring (Ungheria),
  • 26/06 Aragon (Spagna),
  • 03/07 Vila Real (Portogallo),
  • 07/08 Sochi (Russia),
  • 09/10 Inje Sppedium (Korea),
  • 08/11 Ningbo (Cina),
  • 20/11 Macao (Macao),

che non farebbe presagire nulla di positivo in merito; l’unica speranza è legata al fatto che le ultime tappe asiatiche, come occorso nelle ultime due stagioni, oggettivamente programmate in un periodo non troppo “felice” (ottobre e novembre), possano nuovamente non essere svolte, il che riaprirebbe qualche possibilità.

La pandemia ha lasciato pesanti strascichi, i Paesi asiatici, più di altri, evidenziano grosse difficoltà a tornare alla normalità (basti guardare cosa sta accadendo per le Olimpiadi invernali), e se pur il “Dio denaro” è un forte incentivo, potrebbe accadere che ancora per il 2022 gli stessi “passino la mano” in attesa di tempi più propizi.

Ciò posto, il problema sarebbe quello di trovare un tracciato disponibile, in quanto Adria, a monte che l’omologazione di un certo livello nel 2021 fosse stata concessa per quella sola gara (se però si permette di correre a Macao o a Vila Real sarebbe opportuno chiedersi quali siano i criteri per i quali vengono concesse le omologazioni), ad oggi risulta sotto sequestro per tutta una serie di vicissitudini finanziarie, per cui ad oggi apparirebbe alquanto improbabile riproporne la candidatura.

Non che in Italia manchino i circuiti; solo per citare I più famosi, e senza nulla togliere agli altri, ci sarebbero Monza (che potrebbe aggiungere l’evento per dare un po’ di lustri ai suoi 100 anni), Vallelunga (ad ottobre il clima sarebbe ancora mite), Imola (che nel 2022 sta presentando un programma sportivo di assoluto rilievo e che potrebbe aggiungere anche questa “perla”), il Mugello (tracciato che si presterebbe bene a questa serie), Misano (condizioni climatiche favorevoli a parte è un tracciato dove le Turismo e le Gran Turismo si trovano a meraviglia).

Oggettivamente, le premesse “sportive” potrebbero anche esserci ma, rimanendo con i piedi per terra, non si riesce ad intuire se sussista reciproco interesse ad avere una gara della serie in Italia, e le prospettive non appaiono rosee; da appassionati, magari un po’ illusi, la speranza che, in un qualche modo, la rinuncia dei paesi asiatici “costringa” gli organizzatori a valutare, con la buona volontà di qualcuno dei nostri autodromi, la possibilità di regalarci una tappa italiana del WTCR.

In fondo, sperare non costa nulla, senza esagerare però, ricordando la fine che fece chi visse sperando…

Condividi su: