TOYOTA CHR Dal 1.8 al 2.0 benzina quello che cambia è lo stile

TESTO E FOTO DI PAOLO CICCARONE

Carrozzerie bicolore per la nuova CHR Toyota

IBIZA – Quando sette anni fa Toyota presentò la sua prima CHR, si capì subito che aveva aperto una strada nuova e intrigante: non solo SUV, ma anche coupè con una accentuata linea sportiva. E i dati di vendita lo hanno confermato (oltre 1,5 milioni di esemplari venduti) portando nuova linfa al costruttore giapponese che ha aperto la strada ai SUV di segmento C con linee di solito riservate ai fratelli maggiori e di marchi premium.

Christian Mohorovicich, direttore commerciale Toyota Italia presenta la nuova CHR

 

7 ANNI E 1,5 MILIONI DI AUTO DOPO…

Frontale deciso in stile Manga come da ultime linee Toyota

Dopo sette anni arriva la seconda serie che mantiene inalterate le basi: ovvero una con motore 1.8 da 140 cavalli (di cui 98 dal 4 cilindri e altri 95 dalla parte elettrica) ciclo Atkinson, versione di ingresso nel modello, a un motore 2.0 da 197 cavalli (di cui 152 dalla parte termica e 113 dalla parte elettrica) anche questo ciclo Atkinson, ovvero votati all’efficienza massima più che alla potenza specifica. In mezzo una versione 4 ruote motrici con una aggiunta di cavalleria non male con un motore elettrico posteriore da 41 cavalli che però non si aggiunge ai 197 totali della sola trazione anteriore.

TRE CHR PER TUTTI. DAL 1.8 AL 2.0 AL 4WD

Quindi tre CHR per tre tipi di guidatore ed esigenze. Quello che cambia rispetto al passato è lo stile. Mantiene inalterato il concetto di coupè, ma sono cambiate le luci posteriori, aggiunta una finestra più ampia del 30 per cento sulle portiere posteriori, in modo da ridurre il senso di claustrofobia che alcuni passeggeri avevano stando seduti dietro. Belle le maniglie a scomparsa e il frontale decisamente grintoso e più sportivo in un telaio che è leggermente più lungo come passo ma più corto come ingombro totale della vettura.

DIETRO VA MEGLIO MA NON TROPPO…

Il tutto è alimentato da una batteria da 0,91 KWh per la parte ibrida. Al volante vince il confort di marcia, anche se non si ha un assetto sportivo e il rollio c’è, nell’insieme la guida è gradevole senza brutte sorprese. Il motore 1.8 non è un fulmine di guerra in accelerazione e il rumore si avverte in salita di marcia. Per la versione 2.0, specialmente la 4 WD, questa sensazione diminuisce e di molto, ma resta sempre il problema del cambio che in salita ricorda sempre il CVT di origine, con un effetto trascinamento che fa molto scooter, anche se i tecnici Toyota sono intervenuti sulla trasmissione modificando il classico CVT con un sistema chiamato “rotismo epicicloidale”, questo perché opera come se il differenziale fosse sempre libero/aperto, utilizzando i planetari per modificare costantemente il rapporto di trasmissione.

CONFORTEVOLE SU STRADA E SENZA SORPRESE

Resta comunque sempre avvertibile in accelerazione il tipico comportamento di questa trasmissione. L’efficienza, però, è ai massimi livelli dal punto di vista meccanico che aggiunta alla qualità percepita dei materiali usati per l’abitacolo, ne fanno un bel prodotto anche se a livello prezzi c’è stata una crescita importante rispetto al passato di CHR. Si parte infatti da 35.700 euro per la versione base Active e si arriva fino ai circa 42.200 per la top di gamma Lounge.

PREZZI DA 35.700 EURO FINO A 42.200

Bagagliaio più spazioso grazie alla batteria spostata sotto ai sedili posteriori

Per la versione col motore due litri da 197 CV bisogna aggiungere 2.000 euro, mentre la trazione integrale richiede altri 2.500 euro. E sulla top di gamma 2.0 AWD-i si parla di allestimento GR Sport, ancora più ricco nelle dotazioni da 47.200 euro per finire ai 51.900 euro della versione Plug In che arriverà nel prossimo anno. Su strada, come detto, il comportamento è improntato al confort di marcia con sedili anteriori comodi mentre dietro, specialmente quando davanti ci sono passeggeri di altezza di circa 1,78 in su, lo spazio diventa ristretto.

INTERNI CON PLASTICA RICICLATA 

Non tanto in altezza, nonostante la linea coupé, quanto per lo spazio residuo per le gambe dei passeggeri. Insomma, serve un compromesso. Da sottolineare l’assoluta mancanza di pelli animali per volanti e sedili, ma tutto materiale plastico riciclato riutilizzato in modo da dare qualità alla vista e al tatto. Curiosità: l’abitacolo cambia colore a seconda della modalità di guida, della temperatura e della luce esterna (che filtra attraverso il tettuccio fotocromatico che cambia intensità di colore rapidamente).

64 COLORI DIVERSI PER L’ABITACOLO

L’illuminazione dell’abitacolo si può impostare in 64 colori diversi e può cambiare tonalità passando dal giorno alla notte, oppure regolando la temperatura del clima, o ancora per avvisare se ad esempio aprite la porta e sta per arrivare un ciclista. La console centrale è orientata verso il guidatore e la strumentazione digitale ha un display da 12.3“, stessa dimensione dello schermo del sistema info telematico (che può essere anche da 8”, a seconda degli allestimenti). Molto visibile e pratico da usare, anche se ingloba tante funzioni che non sempre trovi al primo colpo.

ADAS PRESENTI A VOLTE INVASIVI

maniglie a scomparsa per la CHR

Un po’ troppo invasivo, invece, il sistema che monitora l’attenzione del guidatore, per esempio quando lo sguardo va prima sullo specchio retrovisore e poi sull’infotainemt per consultare delle informazioni; inoltre il sensore sul piantone del volante nasconde un po’ troppo la parte bassa della strumentazione. Per non parlare poi del sistema che avvisa con un cicalino il superamento dei limiti: anche qui abbastanza invasivo e fastidioso mentre se lo disattivi, toglie anche l’avvertimento visivo che invece a colpo d’occhio è quello più utile per capire se si sta andando più veloce del dovuto. Fa parte dei pacchetto sicurezza e guida assistita che ormai imperano su diverse auto di diversi costruttori.

GUARDA LA FOTO GALLERY DI TOYOTA CHR

 

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