SIEGFRIED STOHR Gilles Villeneuve storia di due tradimenti

DI PAOLO CICCARONE – VIDEO EDITING N.GRITTI

Gilles pensieroso nel 1978. Foto dal web (probabile Actualfoto)

A 40 anni dalla scomparsa del pilota canadese, Stohr ripercorre gli episodi che hanno segnato quel periodo dal suo posto di osservazione privilegiato, ovvero di pilota di F.1 che ha condiviso con Villeneuve alcuni momenti

Oggi Siegfried Stohr è un affermato istruttore e titolare della scuola guida sicura Guidare Pilotare di Misano Adriatico. In tanti sanno che è stato pilota di F.1 ma pochi conoscono davvero quella sua tribolata stagione 1981 in cui il sogno si trasformò in incubo, vissuto oggi con la consapevolezza che il destino non si può cambiare e va accettato quanto accaduto.

1981 L’ANNO DIFFICILE PER GILLES E STOHR

In quel 1981 Sigi, come lo chiamavano gli amici (e lo chiamano ancora) era esordiente alla Arrows a fianco di Riccardo Patrese. Lui Gilles Villeneuve lo vedeva nei briefing pre gara e nelle fasi di doppiaggio, ammesso che la sua Arrows non si rompesse prima. Eppure quel rapporto fra il primo o uno dei primi della classe e l’ultimo arrivato lo colpì: “Ero a cena da solo al ristorante, come mi capitava spesso in quel periodo perché di squadra non se ne poteva parlare. Gilles era a tavola con Didier Pironi, mi videro e mi disse di raggiungerli a tavola. Perché mangi solo, vieni con noi. Ecco, lui era già una stella del firmamento F.1, io l’ultimo arrivato e per giunta con tanti problemi. Mi colpì questa cosa e siccome parlavo francese e lui lo parlava con Pironi, divenni presto parte delle cene serale dopo gara e prove”.

GUARDA IL VIDEO RICORDO DI STOHR SU VILLENEUVE

Un rapporto strano, fra il campione e l’apprendista che però mostrò chi era Gilles Villeneuve: “Accade in Belgio, dopo l’incidente al via. In prova ci fu l’incidente in cui morì un meccanico dell’Osella, un ragazzo appassionato e amante delle corse. Prima del via tutti i piloti o la maggior parte, scesero dalle vetture per inscenare una protesta. Bernie Ecclestone che aveva il satellite per la TV in scadenza, fece il diavolo a quattro per farci partire. Patrese spense la sua macchina e un meccanico della squadra tornò indietro cercando di accenderla ma il direttore di gara diede il via lo stesso. Io mi trovai davanti all’improvviso il meccanico sdraiato e Patrese fermo in griglia”.

ZOLDER 1981, ALLE ORIGINI DEL DRAMMA

“Lo centrai in pieno, scesi disperato dalla macchina per quanto accaduto. Risultato, la gara dopo volevano multarmi e non farmi correre e così Gilles si avvicinò al GP successivo e mi disse: “I soldi te li troviamo noi e se non ti fanno correre non corro neanche io”. Questo era il comportamento da leader e da persona dall’animo onesto”.

Pironi e Villeneuve, foto dal web (probabile Colombo Images)

IMOLA 82, IL PRIMO TRADIMENTO 

Accadde però qualcosa a Imola nell’82, da psicologo come lo interpretasti e come lo vedi oggi? “Resto della mia idea: Pironi aveva rotto quel rapporto di fiducia e amicizia che aveva con Gilles. Lui dava tutto e si sentì tradito. Di sicuro con Pironi avrebbe sistemato le cose perché il rapporto, anche fra le famiglie, era molto forte. Il problema nacque dopo secondo me. Quando andò a Maranello e protestò con Ferrari. Sentirsi dire “Oh, va là, a me importa che in fondo abbia vinto una Ferrari” per il Drake era il prosieguo della sua filosofia di vita, ovvero la Ferrari prima dei singoli.

FERRARI, IL SECONDO TRADIMENTO

Vittoria storica a Montecarlo 1981, foto archivio Ciccarone: Villeneuve alla Rascasse

Per Gilles il secondo tradimento della fiducia. Nel 79 aveva dato tutto per far vincere il mondiale a Jody, si era sacrificato e mantenuto la parola. E adesso quella squadra per la quale lui si era impegnato, gli voltava la faccia. E’ questa la chiave di lettura di quanto avvenne a Zolder due settimane dopo Imola. Gilles si sentì tradito due volte e non poteva accettarlo e reagì nell’unico modo che conosceva: dando il massimo, rischiando oltre la ragione e oltre il dovuto, pur sapendo che non avrebbe migliorato quel tempo dietro a Pironi, ma doveva provarci perché era Gilles. E per questo lo abbiamo ancora tutti nel cuore”.

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