F1, LA BELLEZZA NON E’ MAI FUORI LUOGO

Testo e foto MARCO FERRERO

Fortunatamente, ed alla faccia di una decisione a buon senso quanto meno poco comprensibile, che denota un acume strategico pari a quello di Origene (per i pochi che non lo sapessero, colui al quale viene attribuita, per far dispetto alla moglie, la personale volontaria amputazione di, per usare un eufemismo, una parte anatomica non essenziale per la respirazione), all’interno del “circus” della Formula 1 la rappresentanza esteticamente d’élite del sesso femminile continua a rimanere un punto costante e di sicura attrattiva. 

Magari non più ostentata sulla griglia di partenza, ma più discretamente sparsa in tutto il comprensorio del circuito, non più “estremizzata” da mises tali da far raccogliere il mento all’altezza dello sterno ma comunque capaci di esaltare, giustamente, e che diamine, forme femminili di grazia e proporzioni che anche gli scultori dell’antica Grecia avrebbero apprezzato. 

 
Quella che certamente è cambiata è l’entità numerica delle presenze ma, viva Iddio, non quella qualitativa, che rimane di un livello assolutamente adeguato ad un evento sportivo di caratura mondiale; senza entrare nel merito delle motivazioni, presunte o reali, della decisione, e senza voler aprire un dibattito sul tema, poiché in tutte le cose un equilibrio tra gli elementi che ne fanno parte è fondamentale, perché non continuare a perpetuare quel binomio “donne e motori” che fa parte della cultura popolare?… 

Oggettivamente, nel caso di specie non credo che qualche bella fanciulla sulla griglia di partenza avrebbe offeso i parametri del femminismo o che si sarebbe stati titolati a gridare allo scandalo od alla “oggettivazione” delle donne, ma, come si dice, ubi maior, ed abbiamo dovuto farcene una ragione.
Una caratteristica che, in parte, è mutata, riguarda “chi” sono queste ragazze, non solo fanciulle immagine, ma anche addette ai lavori, all’interno dei team piuttosto che rappresentanti dei media o persone operanti nelle varie attività a contorno, di supporto o organizzative, il che, lo si permetta, va a rendere atto che una bella ragazza non necessariamente debba essere una modella. 

 

 
Girando non solo per i paddock ma all’interno dell’intero comprensorio del circuito di Le Castellet non è certo stata missione impossibile raccogliere qualche sorriso, qualche espressione, qualche momento di semplicità di quanto una decisione, si conceda, farisaica ed anacronistica, ha cercato di mettere fuori gioco. 

Come da prassi, doveroso in questi casi lasciare a chi osserva i giudizi, le preferenze, i commenti e quant’altro; fortunatamente, in Formula 1 come in tutti quanti gli altri eventi motoristici, la bellezza non è mai un fattore fuori luogo…

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