F.1 GP SPAGNA La schiscetta del giornalista fra i motorhome faraonici

TESTO E FOTO DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

L’orchestrina rompiscatole dei briefing Ferrari

Dopo due anni di porte chiuse, Montmelò ha riaperto i battenti e lo ha fatto con un pieno di pubblico ed entusiasmo incredibile, tanto che solo venerdì, primo giorno di prove, hanno venduto 54 mila biglietti prevedendo un tutto esaurito per la gara della domenica. In fondo, con due piloti spagnoli in due top team, Sainz in Ferrari e Alonso in Alpine, era logico che i tifosi si muovessero con la voglia di recuperare una vita normale. Fatto sta che tutto questo entusiasmo ha creato non pochi problemi alla viabilità.

VIABILITA’ INTASATA PER TROPPO PUBBLICO

Un po’ perché hanno cambiato le strade di accesso e chiuso alcune vie che sarebbero state utili, un po’ perché c’era più gente in giro. Risultato, colonne interminabili alle uscite dell’autostrada, traffico fermo sulla strada di accesso, parcheggi pieni nei prati e lungo le strade circostanti, con la polizia che ha chiuso un occhio quando ha capito che più di così non potevano fare. Tutto incredibile, con un black out nel parcheggio stampa. Il pass stavolta era F.1 team e Media, ovvero tutti mischiati allegramente, mentre di solito erano separati, per cui i posti auto e i pass disponibili a volte non coincidono.

PARCHEGGIO PER POCHI A RISCHIO RISSA

Questo era il parcheggio stampa chiuso alla…stampa

Dietro la tribuna centrale quello media era stato chiuso da transenne, peccato che ci fossero ancora spazi disponibili ma l’intrepido controllore era inamovibile e pertanto si è dovuto cercare posto a qualche km di distanza con relativa scarpinata. Le proteste sono servite al sabato, quando lo stesso controllore, braccia allargate e abbraccio fratern, ha riaperto le transenne e stranamente sono spuntati altri posti auto…Miracolo della diplomazia del vaffa che a volte funziona…

CATERING DA DIMENTICARE

Come l’anno scorso la stampa non può accedere ai motorhome per mangiare e gli organizzatori locali hanno approntato una saletta apposta. Il problema? L’anno scorso era sullo stesso livello della sala stampa e non è che ci fosse tanto da mangiare ma si sopravviveva (eravamo in pieno lock down da queste parti per cui ci si era arrangiati). Memori dei trascorsi locali, si sperava in meglio. Invece la saletta era al terzo piano della tribuna centrale dietro le cabine dei telecronisti.

QUATTRO PASSI…NEL DELIRIO

Saletta catering vista pista: peccato non ci fosse da mangiare…

Per cui si esce dal paddock, si timbra il pass, si fa un tratto a piedi, si prende il sottopassaggio, si esce e si svolta a destra, si prende l’ascensore che porta al terzo piano, si gira a destra e si entra in una piccola sauna vetrata dove alcune patatine fritte appena tolte dalla busta affiancano delle noccioline tostate (dal sole esterno) vicine a fettine di formaggio fuso (nel senso che si è sciolto) e salame che ha visto tempi migliori, tanto che il maiale stesso si è rifiutato di rivendicarne la provenienza. Il tutto con fazzolettini di carta con cui prendere con le mani il tutto. Dopo una rapida occhiata, vista spettacolo dalla postazione, rapida inversione di marcia e rientro alla base a prendere un caffè (gratis).

LA SCHISCETTA DEL GIORNALISTA

Razioni di emergenza per il giornalista previdente…

Visto l’andazzo, una collega ha scritto una mail infuriata a Liberty Media lamentando il trattamento (in contrapposizione alle salette dove c’era di tutto ma era vietato l’ingresso alla stampa). Altri, memori del detto che ci fa da sè fa per tre e pertanto si arrangi, prima di partire una rapida scappata al Mercadona, supermercato dotato di tutti i confort, e acquisti di amenità commestibili da usare in sala stampa. Ovvero, ci si porta dietro la schiscetta, tradotto dal dialetto milanese sarebbe la gavetta, o meglio la colazione al sacco. Così si sa cosa si mangia, si sa cosa fare, si evita la scarpinata e l’incazzatura relativa a un servizio scadente, con l’aggravante che se c’è un posto dove si mangia bene dappertutto è proprio la Spagna, mica la Germania o l’Inghilterra…

PAPA’ MANGIA SOLO

Vita da Ferrari, i piloti restano col team a cena

Ci si rifà la sera dopo le prove, con la solita tappa al ristorante al Trabuc a Granollers, a 4 km dal circuito. Qui arriva tutto il mondo della F.1 per cui il paddock si trasferisce solo di sede. A un tavolo papà Carlos Sainz con la figlia e altri componenti la famiglia. Tranne il figlio Carlos, impegnato dove con la Ferrari. E’ sembrato strano vederlo cenare da solo perché dal debutto in F.1 ad oggi, Carlos jr ha sempre cenato con la famiglia al Trabuc, mentre stavolta con la Ferrari è rimasto con la squadra. Un bel segnale d’attaccamento al team e l’emblema di come a un certo livello anche la cosa più semplice, mangiare con la famiglia, diventa impossibile.

L’ORCHESTRINA JAZZ DISTURBA FERRARI

Per animare il paddock gli organizzatori hanno messo una orchestrina jazz che ha suonato una bella serie di classici. Il problema è che l’hanno posizionata proprio a ridosso del motorhome della Ferrari, per cui i briefing o i momenti di relax dei piloti e tecnici, venivano regolarmente interrotti dal complessino. Il bar a fianco distribuiva cocktail analcolici così che l’accampamento era completo. Unico problema, era proprio all’ingresso del paddock centrale, quello da dove arrivano i piloti, per cui coi fotografi e cameramen in attesa e gli ospiti più i team che arrivavano, c’era una ressa da paura dove per passare bisognava sgomitare.

LIBERTY ESAGERATA

Logo rosso su fondo nero ecco il motorhome Liberty nel paddock

Vabbè che sono i padroni della baracca, che hanno una immagine e una dignità da difendere, ma non è passato inosservato nel paddock l’enorme motorhome a due piani con ingresso dotato di hostess e uffici riservati con tanto di scritta F.1 the best motor show in the world. Se si pensa che fino all’anno scorso la sede esecutiva era un motor home piccolo, dotato di due ufficietti (eredità del minimalismo di Bernie Ecclestone) si capisce il cambio di filosofia made in USA del gestore.

La terrazza sul…cortile della Williams col party durante le prove

Non è che poi la FIA sia messa peggio, anzi. Anche qui un nuovo motorhome con saletta riservata, posti dove cenare e ombrelloni e sdraio all’esterno. Un parco vacanze per qualcuno, il simbolo di quello che è oggi la F.1 in fatto di immagine. E pensare che avevano criticato i motorhome di McLaren (lo stesso da una decina d’anni) o quello Aston Martin a tre piani terrazza inclusa.

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